Ventimiglia in balia dei migranti. Ma i buonisti linciano la polizia

Un poliziotto caccia uno straniero dalla stazione e finisce sotto accusa. Ma la situazione in città è ormai insostenibile

Ventimiglia in balia dei migranti. Ma i buonisti linciano la polizia

A Ventimiglia l'emergenza continua. Oggi non è più la scogliera dei Balzi Rossi a creare problemi, ma il greto del fiume Roja, invaso da centinaia di stranieri che a turno cercano di varcare il confine con la Francia. Una bomba ad orologeria dal punto di vista sanitario. Migranti che potrebbero essere ospitati nel vicino centro di accoglienza del Parco Roja (recentemente ampliato e in grado di ospitare fino a seicento persone), ma che preferiscono vivere in condizioni estreme, nel timore che laggiù la polizia li identifichi, costringendoli a chiedere asilo in Italia. Tra quelli ospiti del campo autorizzato, quelli che vivono nella vicina chiesa delle Gianchette (soprattutto donne e bambini) e quelli sparsi lungo la vallata del Roya, si stima che siano un migliaio gli immigrati presenti in città.

E così la tensione cresce giorno dopo giorno. Nei mesi scorsi alcuni migranti hanno dato fuoco ai boschi nel tentativo di superare il confine con la Francia. Il presidente Emmanuel Macron tiene le porte chiuse, impedendo a chi non ha i documenti di lasciare il Belpaese e trasformando Ventimiglia nella "Lampedusa del Nord". Qui la criminalità aumenta: risse tra immigrati, accoltellamenti, proteste dei residenti. La polizia fatica a tenere le redini dell'ordine pubblico, abbandonati come sono ad un servizio sempre più difficile da espletare.

Anche i cittadini si sono divisi: da una chi chiede sicurezza, dall'altra chi si schiera al fianco di clandestini. Tra quest'i il "Progetto20k", un collettivo di attivisti "no border" che lotta per la libera circolazione dei migranti in Europa. Oggi Progetto20k ha pubblicato sulla pagina Facebook un video con tutti i presupposti per far scoppiare nuove polemiche. Soprattutto dopo il caso dell'agente della Polstrada sospeso dal servizio per aver criticato le politiche migratorie della Boldrini.

Nel video si vede uno straniero (sprovvisto di biglietto) braccato da due soldati e due poliziotti che provano a convincerlo ad abbandonare la stazione. Tutto inutile: il migrante oppone resistenza e il suo comportamento altezzoso irrita non poco le forze dell'ordine. Il filmato ripreso dagli attivisti pro-sbarchi non racconta le premesse, ma solo ciò che accade da quel momento in poi. "Non ci devi stare, non ci devi venire qui", dice uno degli agenti. "Ti devo chiedere scusa? Tu qui non ci devi stare. Adesso esci fuori". Parole al vento. Il ragazzo rimanere immobile sotto la sguardo vigile di due soldati. Ribatte, protesta, resite. Il poliziotto allora perde la calma. "Me ne fotto! Esci dalla stazione", urla mentre afferra il migrante e lo invita a scendere le scale del sottopassaggio. Passano pochi secondi. Lo straniero è ancora lì, noncurante delle indicazioni delle forze dell'ordine. La tensione sale alle stelle. Solo in un secondo momento il giovane si avvicina lentamente alle scale che portano lontano dai binari: un passo dopo l'altro, replicando colpo su colpo agli inviti degli uomini in divisa. Non si capisce cosa dica, ma non è escluso siano insulti. A questo punto, sconfortato da tanta arroganza, l'agente lo epiteta: "Fuori, fuori, cammina: vai al tuo paese. Vai in Africa. Torna nel Burundi e fuori dalle palle" (guarda il video).

Immediatamente i buonisti si sono lanciati nella corsa al linciaggio del poliziotto. "I toni, il linguaggio utilizzato e l'atteggiamento del funzionario di polizia sono indice del clima di costante ostilità che circonda i migranti in transito per la città di frontiera", scrivono gli attivisti di Progetto20k. Ma la cose non stanno proprio così. "Nel video si vede solo una seconda parte di quanto accaduto - spiega Stefano Cavalleri, segretario provinciale del Sap di Imperia - Quella persona era stata più volte cacciata dalla stazione eppure continuava a tornare". Anche la Questura conferma la ricostruzione: l'immigrato, fermato per un controllo, era senza titolo di viaggio e si rifiutava di fornire le generalità opponendo resistenza passiva. Un'ordinanza impone alle forze dell'ordine di allontanare dai binari chiunque non abbia un biglietto valido. "I colleghi hanno fatto il loro dovere", precisa Cavalleri.

La Questura fa sapere intanto che è già stata avviata un'indagine interna per risalire all'identità del poliziotto, poi sarà informato il dipartimento centrale per la valutazione del caso.

"Le parole usate devono sempre essere misurate - conclude Cavalleri - Un agente deve controllarsi, ma bisogna capire che da tre anni lavoriamo sotto stress. Abbiamo serie difficoltà a tenere fede ai nostri doveri. Non sappiamo più a cosa aggrapparci. A Ventimiglia è difficile parlare di ordine pubblico".

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