Difesa

Mossa Usa sulle armi a microonde: cosa rivelano i programmi Redcat e Meteor

La corsa alle armi a microonde è strettamente legata ai timori relativi ai missili balistici antinave, ma può rivelarsi estremamente efficace anche contro minacce meno sofisticate come le armi usate dagli houthi nel Mar Rosso.

Mossa Usa sulle armi a microonde: cosa rivelano i programmi Redcat e Meteor

La Marina degli Stati Uniti sta concentrando parte dei suoi sforzi nello sviluppo di una nuova arma ad energia diretta a microonde come opzione per una nuova gamma di sistemi difensivi da installare sulle sue navi da guerra.

Armi che si dovrebbero avvalere dell'energia delle "microonde", versatili come quelle laser già testate e in parte schierate. Questi nuovi sistemi consentirebbero alle unità di conservare i costosi missili antinave / antiaerei , e impegnarli solo contro minacce di livello superiore, ottimizzando al massimo le scorte di munizioni nel corso di missioni che stanno già dimostrando l'elevato costo dell'impiego continuato di missili standard contro droni economici lanciati da fazioni avversarie in conflitti asimmetrici. Il sistema troverebbe tuttavia il suo principale impiego contro minacce più elevate, rappresentata dai missili balistici antinave di potenze avversarie.

"L'esperienza delle navi da guerra americane che hanno abbattuto missili e droni Houthi negli ultimi sei mesi ha suscitato preoccupazioni riguardo la flotta di superficie dell'Us Navy", riportano su The War Zone, che ha analizzato gli sviluppi resi noti dei programmi Redcat e Meteor: entrambi incentrati sullo sviluppo del prototipo di sistema d'arma Hpm.

L'Us Navy ha dichiarato come "lo sviluppo dell'arma Meteor Hpm fornirà capacità a basso costo per colpo, caricatore profondo, portata tatticamente significativa, impegno in breve tempo per l'approccio multi-bersaglio, doppia capacità di inganno e di sconfitta"." Obiettivo principale di Meteor, infatti, è quello di dimostrare l'apporto "tatticamente significativo" di un sistema d'arma non cinetico nello scenario che prevede tracciamento, ingaggio e soppressione di minacce che potrebbero non richiedere l'uso di sistemi d'arma convenzionali come i missili custoditi nelle celle del sistema di lancio vercale Vls (Vertical Launch System).

Difesa rapida a "basso costo"

Incluso nel programma Rapid Defense Experimentation Reserve del Pentagono, lo sviluppo di armi a microonde guarda soprattutto a limitare i costi previsti dall'impiego di ogni singolo Standard Missile, sia questo un Sm-1, un Sm-2 Sea Sparrow, un Sm-3 o Sm-6, nella soppressioni di minacce che potrebbero essere eliminata attraverso l'energia diretta prodotta da un sistema Hpm.

Ciò che attrae maggiormente il Pentagono riguardo alle armi a energia diretta è il loro "basso costo per colpo" e "la mancanza di necessità di qualsiasi tipo di ricarica fisica" rispetto ai sistemi d’arma tradizionali che coinvolgono gli altri sistemi, siano cannoni, Vulcan Phalanx o missili standard. Va ricordato che il costo di ogni singolo missile standard, a seconda del modello e del suo "block" di aggiornamento, va calcolato tra il milione e mezzo di dollari per un Sea Sparrow, a 4 milioni di dollari di un Sm-6, e i 28 milioni di dollari di un Sm-3 Block IIA. Quest'ultimo specificamente progettato per intercettare missili balistici di fascia alta, compresi i missili balistici intercontinentali (Ibcm).

Essi possono "terminare" su ogni singola nave, e la preoccupazione della Marina statunitense, al di fuori dei costi, è la capacità di approvvigionamento di unità navali di superficie che incrociano in un settore distante da basi amiche una volta che avessero "esaurito le loro scorte" in quello che dovrebbe essere un "grande conflitto" convenzionale.

Dagli sciami di droni ai missili balistici

Le armi Hpm sono progettate per “generare esplosioni di energia a microonde in grado di interrompere o distruggere l'elettronica all'interno di un sistema bersaglio”. In un contesto marittimo, dunque, sistemi come questi verrebbero considerati adatti a fornire una “difesa ravvicinata contro missili, droni e piccole imbarcazioni”. Lo spettro di energia generato le renderebbe inoltre estremamente adatte ad affrontare gli sciami di droni.

Uno dei problemi sollevati dal recente impegno di unità militari statunitensi del Mar Rosso - dove le operazioni non stanno portando il risultato sperato - è che lo scontro con gli insorti Houthi possa andare avanti nel tempo, richiedendo l’impiego di un numero indefinito di missili standard contro droni a basso costo inviati a dozzine.

Solo nelle operazioni Anti-Houthi svolte nel contesto della Crisi del Mar Rosso tra ottobre e febbraio, l’Us Navy si è trovata a lanciare approssimativamente 100 missili della serie Standard per abbattere missili da crociera antinave, droni kamikaze, battelli di superficie senza equipaggio carichi di esplosivo e droni sottomarini: tutti tipi di minacce contro cui le nuove armi a microonde del tipo Hpm troverebbero impiego, e dai quali ci si attenderebbe massima efficacia. Tuttavia, questo tipo di arma troverebbe il suo impiego anche contro missili balistici antinave più potenti in un eventuale scontro di alto livello contro la Cina nel teatro Pacifico, o con la Russia nella remota ipotesi di uno scontro nei mari del Nord.

Il teatro del Mar Rosso come lezione

Gli esperti del Pentagono vedono nell’Iran uno dei principali sviluppatori di missili balistici antinave, non ché la principale fonte della crescente proliferazione di questo sistema d’arma nel futuro, con la possibile fornitura ai “violent non-state actor” che minacciano regioni e aree chiave come il Medio Oriente.

I miliziani Houthi sostenuti dall’Iran nello Yemen sono un esempio di questa minaccia. Essendo i primi ad impiegare armi di questo tipo contro navi militari e navi mercanti nella crisi del Mar Rosso che è tuttora in corso. Missili balistici antinave sono stanti impiegati per affondare il mercantile battente bandiera del Belize MV Rubymar e la ave portacontainer battente bandiera delle Barbados True Confidence. I missili sono stati forniti da Teheran, e rappresentano una minaccia attiva anche per le unità militari di superficie che dovrebbero abbatterli attraverso i suddetti “missili standard” ad un costo estremamente elevato per proteggere un’unità civile in transito.

Appare evidente dunque quanto le armi non cinetiche come i laser e i futuri sistemi a microonde, benché non destinati principalmente alla soppressioni di missili balistici di questo tipo, possano trovare ulteriore impiego salvaguardando le scorte di missili trasportati da navi da guerra come le cacciatorpediniere della classe Arleigh Burke e gli incrociatori lanciamissili classe Ticonderoga.

Massimizzando le capacità difensive complessive delle unità schierate dall’Us Navy in ogni regione del mondo.

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