Economia

Terremoto a Ita, in sei lasciano il cda

Le dimissioni sembrano legate alla privatizzazione. Ma scoppia il caso delle consulenze

Terremoto a Ita, in sei lasciano il cda

Il cda di Ita, la compagnia aerea pubblica nata sulle ceneri di Alitalia, perde all'improvviso sei consiglieri su nove, proprio alla vigilia della privatizzazione. La notizia appare come un terremoto che lascia sguarnito l'organo di governo della società. Tuttavia è difficile trovare una ragione chiara che giustifichi un atto così clamoroso. La lettera di dimissioni è stata scritta dopo il cda di martedì, svoltosi regolarmente, che ha approvato il progetto di bilancio 2021, e nel testo della missiva non c'è traccia di polemica o di scontro. Una serie di dimissioni così ampia dà poi l'idea di un atto programmato, non della scelta repentina dovuta a visioni differenti. Qualcuno ieri ha ipotizzato che i dimissionari temano un possibile intervento della Corte dei conti dovuto a quella che è sembrata una duplicazione degli incarichi agli advisor per la fase di vendita, con una spesa milionaria ingiustificata. E' è una tesi che non trova conferme. Fonti vicine al dossier dicono che l'uscita dei sei consiglieri farebbe parte di un piano a suo tempo previsto che sancisce la fine della fase 1 (creazione e sviluppo della compagnia) e l'avvio della fase due (scelta dell'acquirente e cessione). Un cda più numeroso (che non sarà reintegrato) lascia dunque il campo a un triumvirato tecnico formato dal presidente Alfredo Altavilla, dall'ad Fabio Lazzerini e dalla consigliera Frances Ouseley, che, grazie al suo passato in Alitalia e in easyJet, era l'unico consigliere esperta del settore. Il cda a tre si fa notare - potrà essere più snello e prendere decisioni più rapide per un'operazione di vendita che secondo quanto affermato da Altavilla in Parlamento dovrà essere completata entro il mese di giugno (più presto è, meglio è, perché Ita continua a perdere, bruciando denaro pubblico). Se le dimissioni erano previste (ma il consiglio non doveva restare in carica fino al 2023?) il cda sarà più forte; se il passo indietro deriva da divergenze, allora Altavilla risulterebbe indebolito. Nel caso di uscita programmata, non si può non rilevare un difetto di comunicazione: se fosse stato annunciato per tempo che il cda avrebbe avuto due stagioni distinte, le dimissioni in massa sarebbero state accolte dall'opinione pubblica senza lo stupore e gli interrogativi che hanno suscitato ieri. In ogni caso si tratta di una faccenda piuttosto strana e gravata di dubbi. In serata i piloti della Anp si sono detti sconcertati e hanno sollecitato privatizzazione e grande alleanza al più presto.

Allo stato, sono arrivate tre manifestazioni d'interesse per l'acquisto della compagnia.

La prima è quella Msc-Lufthansa, che unisce il colosso delle crociere con il primo gruppo aeronautico europeo; la seconda vede insieme Delta, Air France-Klm e il fondo Usa Certares; la terza è arrivata dal fondo Usa Indigo Partners, che controlla la low cost Wizz Air.

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