La rivincita della colomba

Spunterà una colomba risorta stamattina dal balcone del Papa?

Spunterà una colomba risorta stamattina dal balcone del Papa? Non amo il traffico di colombe bianche intorno al Papa che gli dà un po' l'aria del prestigiatore (mercoledì è apparso sulla sua mano pure un pappagallo). Ma confesso che l'assalto mortale di domenica scorsa alla colomba papale, prima da parte di un gabbiano e poi di un corvo, mi ha turbato, e non perché faccio cucù come gli uccelli.

Lo ammetto, leggo simbolicamente la realtà e vi scorgo annunci e profezie, non credo alla casualità e non mi accontento delle apparenze. Chiamatemi superstizioso, se volete, o metafisico, se invece la pensate come me. Cosa significa quella sequenza di aggressioni all'inerme colomba, prima un volatile grande e bianco, poi uno nero e nefasto? Cosa vuole raccontarci? C'entra col bambino ucciso in Calabria di cui aveva poco prima parlato il Papa o riguarda la sorte della Chiesa, dell'Italia e del mondo? In altre epoche si sarebbero fatti riti purificatori per neutralizzare l'infausto evento. È facile ricacciare tutto ciò nelle magie della mente antica, ridurlo a un naturale incidente aereo e poi buttarla sulla colomba bianca di Nilla Pizzi, la colomba pasquale, il pappagallo pontificio e Francesco che parla agli uccelli.

Ma qui stiamo parlando di un atto simbolico come la liberazione della colomba della pace e di un'Istituzione spirituale come la Chiesa che ai simboli ci crede, anzi vi affida i suoi messaggi di pace e vi fonda i suoi riti e la sua liturgia. Sulla colomba assassinata ci possono scherzare i fanti, non i santi.

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