Meglio russi che morti

Chi l'avrebbe mai pensato fino a pochi anni fa che Mosca, la capitale mondiale dell'ateismo e del collettivismo, sarebbe diventata la patria della religione e della famiglia?

Chi l'avrebbe mai pensato fino a pochi anni fa che Mosca, la capitale mondiale dell'ateismo e del collettivismo, sarebbe diventata la patria della religione e della famiglia? I miracolosi rovesci della storia. Trentamila nuove chiese, seicento nuovi monasteri, e poi drastica diminuzione degli aborti, aiuti per la gravidanza, diecimila dollari a chi fa il secondo figlio e terra a chi ha tre figli, vasti movimenti popolari in difesa della famiglia e della vita. Tutto questo viene ridotto dai media globali all'omofobia, con Luxuria in transito dal comunismo all'omunismo.

I dati li ha forniti l'ambasciatore russo all'Onu, Alexey Komov, presidente del congresso mondiale delle famiglie in un incontro a Rovereto sull'Europa e la Russia organizzato da Pro Life e altre associazioni in difesa della famiglia. Ricordo Solzenicyn che, dopo aver sofferto per decenni il comunismo ateo, si trovò a denunciare il nuovo materialismo importato dall'Occidente. Quel materialismo si fa vistoso nei russi e nelle russe che sbarcano da noi: volgari, lussuriosi, a volte pacchianamente ricchi e maleducati. Certo, la Santa Madre Russia non diventerà un modello per l'Europa ed è assurdo imporre corsi forzosi alla storia.

Ma l'esempio del Paese ateo e totalitario che riscopre la famiglia e la religione dimostra che la storia non ha una sola direzione obbligata e riserva sorprese. E poi, se l'alternativa sono i Paesi Bassi, ieri l'Olanda oggi il Belgio con l'eutanasia estesa ai bambini, vien voglia di dire: meglio russi che morti.

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