Alt. A questo punto bisogna ascoltare bene quello che ha detto Beppe Grillo. "Chi pensa che sia antidemocratico vada fuori dalle palle". Sembra un calembour che gioca sul precipizio dell'ossimoro. Invece è la serissima dichiarazione resa da un comico che si è messo a fare politica. Noi lo andiamo dicendo da mesi: il movimento di Grillo ha due velocità, due pesi e due misure. Pretende l'iperdemocrazia dallo Stato ma al suo interno vige un regime padronale e sovietico. Sotto l'involucro della rete e della politica open source Grillo e Casaleggio fanno e disfano il Movimento 5 Stelle.
Ecco, oggi lo dice anche Grillo. Apertamente. Ha rotto gli indugi. Non rompetegli le palle con questa storia della democrazia. Testuale. Beppe Grillo parla in un video di poco più di due minuti sparato sul suo blog. Un video che lascia poco margine alle intepretazioni e che è stato pure sottotitolato: “Non venite a rompermi i coglioni (a me!) sulla democrazia. Io mi sto stufando. Mi sto arrabbiando. Mi sto arrabbiando seriamente”. Grillo tuona e apparecchia di conseguenza la mimica facciale che si piega in un ghigno padronale. Le critiche dei giornali sono – più o meno – accettate, ma quelle interne no. Tutti in riga e con le idee in ordine: Grillo pensa e gli altri eseguono. Punto. E poi c'è quell'”(a me!)”, precisazione tanto necessaria quanto deliziosa. Volete dare lezioni di democrazia proprio a lui? Lui che pensa di stare un gradino sotto i greci nella storia della democrazia: loro l'hanno inventata, lui e Casaleggio l'hanno digitalizzata mettendola alla portata di tutti. Il flop Parlamentarie lo dimostra.
“Se c’è qualcuno che reputa che io non sia democratico, che Casaleggio si tenga i soldi, che io sia disonesto, allora prende e va fuori dalle palle. Se ne va. Se ne va dal MoVimento. E se ne andrà dal MoVimento”. Grillo è in fiume in piena ed è alquanto incazzato. Le critiche e le domande si moltiplicano all'interno del Movimento. La macchina politica “dal basso” che ha creato ora rischia di investire lui e il suo guru. Il primo trabocchetto sono state le Parlamentarie. Un successo secondo Grillo, un flop secondo tutti gli altri, compresi i grillini che si sono prodotti in vari sbertucciamenti di questa sorta di primarie on line. “Tre cose fondamentali abbiamo fatto con queste votazioni – puntualizza il politico genovese -. Una è che abbiamo dato un voto libero e da questo voto libero è nata una cosa che voglio sottolineare: il voto alle donne. Se il voto fosse sempre stato libero, in Parlamento oggi avremmo molte più donne che uomini. La seconda cosa è il permettere di conoscere i candidati, che forse andranno in Parlamento, 3 mesi prima in modo che tu puoi andare lì, discutere, conoscerli, votarli o non votarli. Consigliarli o maledirli. E la terza cosa è che non abbiamo speso un euro. Tutto a costo zero”. La quarta – ma questo Grillo non lo dice – è che hanno votato appena trentamila persone per decidere 1400 candidati. Lui rivolta la frittata: “A chi dice che non c’è stata democrazia perchè i voti sono stati pochi io faccio una domanda: quanti voti ha preso ognuno dei mille parlamentari oggi in Parlamento? - chiede Grillo - Chi ha deciso di quella gente lì? Ve lo dico io: 5 segretari di partito”. La morale della storia è sempre la stessa: non rompetemi i coglioni. Che non è il presupposto al dialogo e alla democrazia interna. Ma Grillo corre come Forrest Gump, corre verso le elezioni e verso Roma, corre come un panzer e travolge tutti gli ostacoli che incontra sul suo cammino. Compresi i militanti che si fanno troppe domande, querlli che lui infila nella categoria di rompi balle. A loro indica la porta. “Siamo in una guerra. Siamo con l’elmetto, così come siamo partiti.
Chi è dentro il MoVimento e non condivide questi significati e fa domande su domande e si pone problemi della democrazia del MoVimento va fuori! Va fuori dal MoVimento. Non lo obbliga nessuno. E andranno fuori”. Occhio Beppe: nel gioco della guerra si rischia anche l'ammutinamento.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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