La Buvette

Caccia grossa ai fascisti

Intervista a Daniele Capezzone

Caccia grossa ai fascisti

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Caccia grossa ai fascisti

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Cosa accade tra le stanze damascate dei palazzi della politica? Cosa si sussurrano i deputati tra un caffè e l'altro? A Roma non ci sono segreti, soprattutto a La Buvette. Un podcast settimanale per raccontare tutti i retroscena della politica. Gli accordi, i tradimenti e le giravolte dei leader fino ai più piccoli dei parlamentari pronti a tutto pur di non perdere il privilegio, la poltrona. Il potere. Ognuno gioca la propria partita, ma non tutti riescono a vincerla. A salvarsi saranno davvero in pochi, soprattutto dopo il taglio delle poltrone. Il gioco preferito? Fare fuori "l'altro". Il parlamento è il nuovo Squid Game.

La febbre del 25 aprile ha contagiato un po’ tutti. Un’epidemia inarrestabile nutrita dalla propaganda sinistra. Becera. Il caso di Antonio Scurati ne è un esempio. Vero, qualcuno in Rai ha sbagliato, ma accusare Giorgia Meloni e il suo governo di essere delle camicie nere della rivoluzione del nuovo millennio armati di bavaglio, mi sembra un tantino esagerato. Daniele Capezzone lo ha esclamato tempo fa: “Basta con sto fascismo!” Oggi, a distanza di qualche mese dalla pubblicazione del suo libro, siamo qui a parlarne. Nuovamente.

Daniele, il caso di Antonio Scurati è l’ultimo (in ordine cronologico) dove la politica ne ha approfittato per creare il caso e attaccare il governo.

“Non è l’ultimo, è sempre il penultimo! Mentre noi stiamo parlando ci sarà un nuovo episodio, l’avvistamento di fascisti sarà all’ordine del giorno.La buona notizia è che il 25 aprile è passato. Certo, c’è anche quella cattiva: abbiamo d’avanti il 1 maggio e, dunque, ancora una settimana ne sentiremo parlare. Anzi, per altre 5 settimane, fino al 9 giugno ci saranno avvistamenti”.

Daniele, secondo te perché la sinistra ogni giorno da la caccia ai fascisti?

“Sono ossessionati, non possono davvero credere che ci sia il rischio che i loro avversari vestano con la camicia nera e indossino gli stivaloni. Per loro si tratta di uno schermino: noi siamo i buoni, loro i cattivi”.

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Antonio Scurati ha parlato di nuovi fascisti, che non marciano su Roma con prepotenza come ai tempi di Mussolini ma arrivano con le elezioni. In questo caso sono loro a disprezzare la democrazia?

“Quando vince la sinistra il popolo è saggio, quando vince la destra è l’onda nera. La bestia che torna. Un grande classico. Mi permetto di dire alla destra di evitare di cascare come dei polli nelle loro provocazioni. A Scurati voglio dire con affetto che un’emergenza io la vedo: è la sua mancanza di senso dell’umorismo. Ma quanto si prende sul serio?”

Le proteste dei giovani universitari (si fa per dire) sono un campanello di allarme?

“C’è un problema di forma e di sostanza. Loro confondono la libertà di parola, il dissenso (che è sempre legittimo) e lo confondono con la pretesa di imbavagliare gli altri”.

Sono loro a voler imporre il pensiero unico. È questo, oggi, il vero pericolo che stiamo sottovalutando?

“Certo! Immagina di essere una ragazza o un ragazzo di religione ebraica che vuole frequentare un corso universitario e vedi come te la cavi. È un problema!”

È giusto che molti pretendano che il Presidente Meloni pronunci a chiare lettere la parolina magica: “sono antifascista”?

“Qualunque cosa dica Giorgia Meloni non basterà mai…” ASCOLTA IL PODCAST E L’INTERVISTA A DANIELE CAPEZZONE, IL FINALE E’ DAVVERO SORPRENDENTE

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