Excusatio non petita, accusatio manifesta. Dicevano i latini. In parole povere: la scusa preventiva è praticamente un atto di autoaccusa. Partiamo dal principio: tre giorni fa Marco Travaglio, vicedirettore del Fatto quotidiano, dedica a Beppe Grillo una lunga, lunghissima intervista (le prime due pagine del giornale, più l'apertura della prima). Travaglio si picca di essere un giornalista, libero, indipendente e incalzante. L'intervista è composta da domande tra l'adulante e il compiacente. Nessun quesito scomodo, nessuna domanda sull'ambiguo ruolo di Casaleggio, insomma niente che possa mettere neppure lontanamente in difficoltà il nonpiùcomico. Se l'articolo fosse stato fatto da un altro quotidiano, il giorno dopo, Marco Travaglio, nella sua colonna di odio quotidiano, lo avrebbe bollato come un esercizio di servile genuflessione. Nella migliore delle ipotesi. Ma chi di Travaglio ferisce, di Travaglio perisce. Compreso Travaglio. Appena l'intervista agiografica compare sul web, i lettori, anche quelli del Fatto, iniziano a fargli le pulci: "intervista zerbino", nessuna domanda, un gigantesco spot ai pentastellati. E inizia a serpeggiare un dubbio, quello già espresso da Luca Telese nell'atto di abbandonare il giornale di Padellaro sbattendo la porta.
"Così dopo il primo turno delle amministrative Beppe Grillo è diventato Gesù. Casaleggio un guru. Ma il povero Tavolazzi non lo si poteva intervistare... Troppo per me", confidava Telese al Corsera. E, infatti, l'unico atto possibile davanti al Messia è proprio la genuflessione.
Ma il Fatto quotidiano è l'organo ufficiale del Movimento 5 Stelle? Alla domanda posta da molti lettori risponde Cinzia Monteverdi, amministratore delegato del quotidiano. Ed è una cosa piuttosto singolare che, su un tema trattato dal quotidiano, risponda l'ad invece che Antonio Padellaro, direttore responsabile della testata. "Non l'ho trovata un'intervista-zerbino", precisa subito la Monteverdi. "Non siamo e non saremo l'organo di Grillo". Poi, però, fa alcuni distinguo: "Se mai l'avesso scritta io, quell'intervista, forse avrei pubblicato qualcosa di diverso. Magari ho qualche punto interrogativo in più". Prima bastonata a Marco Travaglio. Travaglio subisce il fascino di Grillo, chiede il giornalista del Corriere. "Non subisce il fascino di nessuno se non del suo archivio e dei fatti che racconta. E' colpito dal fenomeno di un movimento autonomo che sta crescendo a vista d'occhio. Non da Grillo in sé", spiega la Monteverdi. Eppure Travaglio non è semplicemente affascinato dal M5S. Di più. Ne è un elettore.
Lo ha ammesso lui stesso proprio ieri, ospite di Claudio Sabelli Fioretti, a un Giorno da pecora. "Ho votato due volte Grillo", ha ammesso candidamente il vicedirettore del Fatto. Il caso è ancora aperto e, a giudicare dalle dichiarazioni della Monteverdi, tutt'altro che risolto.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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