Cuba patria del comunismo. E dei massoni. Udite udite: vivono più fedeli alla squadra e al compasso nella terra di Fidel Castro che negli Stati Uniti. In proporzione, ovviamente. "A Cuba ci sono 29.500 massoni - racconta al Giornale José Ramón Gonzáles Diaz, ex gran maestro della gran loggia cubana -. La popolazione è di appena undici milioni di abitanti, quindi è un numero altissimo. Ogni cubano ha almeno un parente iniziato alla massoneria". Giusto per fare le proporzioni: in Italia i massoni sono appena 22mila su sessanta milioni di abitanti. Ma la vera anomalia, più che lo stupefacente numero, è la coabitazione tra le logge e il regime cubano.
Come fa a convivere la massoneria con un regime totalitario che priva della libertà milioni di persone? Su questo i "fratelli" cubani sono piuttosto evasivi, nicchiano, si appellano alle radici storiche e tengono a precisare che i rapporti col governo "sono ottimi". D'altronde a giorni devono tornare sull'isola e non hanno alcun interesse a farsi ritirare il passaporto per colpa di qualche dichiarazione scomoda. "A Cuba la massoneria è un fenomeno popolare assolutamente trasversale. I massoni hanno combattuto per l'indipendenza dalla Spagna dalla prima metà dell'Ottocento. Non solo: molti massoni hanno partecipato alla rivoluzione contro Batista", spiega il gran maestro caraibico.
Un legame stretto, dunque, quello tra Cuba e le logge. "La bandiera del nostro Paese è stata disegnata da Narciso Lopez, anche lui massone. I fratelli hanno un ruolo fondamentale nella storia di Cuba che non può essere estirpato". Eppure, appena insediatosi al potere, il Lider Maximo aveva cercato di dare un giro di vite ai grembiulini. "Ma non ce l'ha fatta nemmeno lui, perchè siamo troppo radicati.
È una questione popolare". E i dissidenti? "Ci sono anche quelli, nelle nostre logge siedono sia comunisti che dissidenti. Perchè da noi si parla di tutto, tranne che di politica e religione". Fratelli e - almeno a Cuba - anche compagni.
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