La stanza di Feltri

I monopattini non salvano vite

Le misure pseudo-ambientaliste introdotte dalla giunta Sala non soltanto non si sono rivelate efficaci nel perseguimento dell'obiettivo per le quali sono state pensate

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I monopattini non salvano vite

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Gentile Direttore,
sono milanese di adozione, molto legato a questa città, in cui dimoro ormai da trent'anni. Però la vivibilità in questi ultimi anni è molto diminuita, non soltanto per colpa degli amministratori locali, che lasciano molto a desiderare, ammettiamolo. Innanzitutto, c'è un evidente problema di sicurezza, che si aggrava di mese in mese, con paurosa lievitazione del numero di furti e rapine, poi la questione del costo della vita, sempre più insostenibile, basti pensare agli affitti impossibili, e ora viene fuori questo altro dato preoccupante: Milano è la terza città peggiore al mondo per inquinamento. Questo vuol dire che l'aria che respiriamo è tossica e ci uccide. Ci conviene scappare altrove o almeno estendere quelle misure, adottate dal sindaco Sala, che pure anche voi del Giornale criticate spesso, incuranti dell'allarme inquinamento, come il divieto di transito imposto a certi veicoli altamente inquinanti, la maggiorazione della tassa sull'area C, l'estensione delle piste ciclabili, affinché i milanesi si sentano più invogliati a lasciare l'auto a casa per spostarsi in monopattino o bici, anche elettrica. Forse questo sindaco qualcosa di buono, nel suo piccolo, la sta compiendo. Onestamente non trova?
Domenico Esposito

Caro Domenico,
no, onestamente non trovo affatto. Le misure pseudo-ambientaliste introdotte dalla giunta Sala non soltanto non si sono rivelate efficaci nel perseguimento dell'obiettivo per le quali sono state pensate, ossia quello di ridurre l'inquinamento mediante una vera e propria guerra alle automobili che ha creato non poche difficoltà economiche e di organizzazione a migliaia e migliaia di famiglie, ma hanno portato ad un vertiginoso incremento dei morti sulle strade, gente che usava muoversi con monopattino e bicicletta elettrica e non elettrica. A tal proposito, ti faccio presente alcune statistiche fresche fresche: nel 2022 le vittime sui mezzi elettrici sono aumentate quasi dell'80%, precisamente del 77,8% per i monopattini e del 53,8% per le bici elettriche. Milano è la città con il più alto tasso di decessi su monopattino. Gli incidenti che vedono coinvolti questi aggeggi sono di anno in anno in netto rialzo, in tutta Italia, ma Milano si è conquistata il podio di metropoli mortale per chi gira sulle rotelle e non per chi respira lo smog.

Quindi, ti correggo, non è l'inquinamento ad ammazzarci, tanto che, in base a diversi studi, Milano risulta essere tra le città dove si vive meglio in Italia e tra quelle con il tasso di longevità più esteso, confermato dal fatto che di anno in anno cresce la quota dei centenari che campano felicemente e in salute nel capoluogo lombardo. A stroncarci non è l'aria inquinata, bensì le conseguenze di politiche ambientaliste poco ragionate, abborracciate, pasticciate e troppo ideologizzate, le quali poggiano su un assunto di base completamente errato, poiché semplicistico, ed esso è il seguente: al fine di migliorare la qualità dell'aria è sufficiente eliminare le automobili e diffondere l'uso di strumenti di trasporto individuale di tipo elettrico. Tuttavia, questo ci sta costando vite, crepano uomini e donne di tutte le età.

A livello nazionale, emerge che nel 2022 si sono spenti 205 ciclisti, di cui 20 su bici elettrica, e 16 conducenti di monopattino. Facendo la somma, il bilancio è di tre morti al mese, ossia quasi uno a settimana, grazie al tanto decantato elettrico.

L'ultimo a Bergamo, dove un ragazzo di soli 19 anni, il quale viaggiava sul monopattino, è stato travolto da un autobus.

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