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"Vi dico cosa farà la Schlein con Conte e M5S"

Il sindaco di Benevento, Clemente Mastella, analizza l'attuale situazione politica alla luce della vittoria di Elly Schlein alle primarie del Pd

Mastella: "Vi dico cosa farà la Schlein con Conte e M5S"

“La Schlein porterà inevitabilmente a un’intesa tra un Pd più spostato a sinistra e i Cinquestelle. Anzi, lei sarà più a sinistra del M5S". Clemente Mastella, sindaco di Benevento, spiega a ilGiornale.it come cambierà il centrosinistra italiano dopo l'arrivo di una donna alla segreteria del Pd.

Cosa le fa pensare questo?

"La Schlein è stata nel Pd, poi ne è uscita e, infine, è rientrata, ma ha un armamentario ideologico totalmente diverso da quello della tradizione cattolica-democratica. Il suo temperamento, il suo essere donna e che abbia una sorta di spensieratezza ideologica mi lascia pensare questo, mentre Conte ha una tradizione un po’ democristiana".

Premesso che Pd e Cinquestelle presumibilmente torneranno alleati, Conte farà ‘l’alleato di minoranza’ di una coalizione guidata dalla Schlein?

“Esiste una reciproca convenienza perché, come si è visto alle Politiche, senza alleanza si perde. Ma non solo. Già Cinquestelle e Pd insieme perdono, com’è successo in Lombardia. Se non recuperano l’idea dell’Ulivo dove io stavo sulle scatole a Bertinotti, non vincono. Dal 2006 a oggi, senza un’alleanza tra la sinistra e il centro, non si è più vinta un’elezione alle Politiche. L’alleanza tra Conte e Schlein sarà alla pari, anzi sarà come tra i Ds e la Margherita che divisi prendevano più voti del Pd di oggi”.

Conte, però, in campagna elettorale si è presentato come il Melanchon italiano…

“Conte, però, ha governato anche con la Lega e altri. Non mi pare simile Melanchon. Ha soltanto puntato la campagna elettorale sulla difesa del reddito di cittadinanza ma, secondo me, è molto più moderato della Schlein”.

Ma la neo-segretaria del Pd, votata soprattutto nelle aree ztl delle grandi città, sarà in grado di intestarsi le battaglie dei ceti deboli?

“Il Pd, infatti, viene accusato di essere il partito della Ztl e la Schlein vince e convince più di Bonaccini nelle grandi città”.

Secondo lei, ci sarà spazio per i cattolici nel Pd oppure il Terzo polo trarrà vantaggio dalla vittoria della Schlein?

“Se il Terzo Polo non ha un’idea di comunità è ovvio che gli altri fanno fatica a entrare. Altrimenti, lo spazio c’è ed è notevole”.

Alla Schlein, quindi, non basta ricreare la coalizione giallorossa per vincere?

“No, solo giallorossa non basta. Arriva quarta o quinta come la Roma, ma non vince. La Schlein sbaglierebbe se si alleasse solo con i Cinquestelle e i pulviscoli di sinistra. Sia la sinistra sia la destra hanno bisogno del voto moderato per vincere. Come diceva Totò ‘è la somma che fa il totale’. Occorre fare alleanze perché, in Italia, il bipartitismo non funziona”.

Cosa ne pensa del dualismo Schlein-Meloni?

“Una è leader della maggioranza, l’altra è leader dell’opposizione. È un inedito. Dal punto di vista icastico dà l’idea di una brillantezza tutta italiana e questo riempie anche i rotocalchi politici. È sbagliato, però, dipingere la Meloni come una donna del 1800 e la Schlein una del 2500 dopo Cristo anche perché la prima a vincere è stata la Meloni. La Schlein è arrivata dopo”.

Perché il centrodestra italiano ed europeo riesce a portare le donne in ruoli di potere prima della sinistra?

“Perché chi vota sceglie non in virtù del femminismo, ma sceglie una donna come la Meloni o la Tatcher perché è brava. Sono le capacità a fare la differenza. Anche la Schlein è stata brava a vincere il Congresso di un partito che non aveva mai avuto una donna segretaria”.

La Meloni quanto deve temere la Schlein?

“Gli avversari non si devono mai né temere né sottovalutare, ma in Italia bisogna sempre stare attenti perché i picchi di consensi precipitano facilmente”.

Passiamo al tema dei migranti. La Schlein ha fatto bene a chiedere le dimissioni di Piantedosi?

“Mi pare che le parole di Piantedosi siano state strumentalizzate. Sono state considerate in maniera distorta e non condivido questa aggressione un po’ preconcetta nei suoi riguardi. Mi pare evidente che il problema si risolva alla fonte trattando con i Paesi del Nord Africa. La colpa del fatto che la carretta del mare si è arenata non è di Piantedosi. Detto questo, la richiesta di dimissioni della Schlein è inefficace e serve solo per i titoli di giornali.

Presentassero una mozione di sfiducia e, se sono in grado, lo mettano da parte”.

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