Il nemico non è più a sinistra

Il ne­mico frontale, concreto e ideale, oggi, è il dispotismo dei mercati finanziari tramite i tecnici e gli eurocrati, le agen­zie di rating e i circuiti speculativi, le lo­ro banche e i loro circoli

No, onorevoli pidiellini, il nemico principale da battere oggi non è la sinistra. È inutile agitare il solito drappo rosso nella speranza che il to­ro moderato si spaventi e si ricompat­ti. Non funziona, in questa situazione abbiamo ben altri cavoli. Stiamo mes­si male, e la politica ha le sue colpe, ma tutta. La sinistra è un rimedio sba­gliato, però il male oggi è un altro. Il ne­mico frontale, concreto e ideale, oggi, è il dispotismo dei mercati finanziari tramite i tecnici e gli eurocrati, le agen­zie di rating e i circuiti speculativi, le lo­ro banche e i loro circoli, che ci tartas­sano, ci riducono da cittadini a debito­ri­e sono pronti a cancellare stati sovra­ni se non hanno i conti a posto.

Far fallire i popoli e le nazioni è una follìa che non si può accettare, rispet­to a cui anche l’impegno di onorare i debiti va in second’ordine.Per i debiti vale il principio di realtà: si pagano i debiti verso persone, gruppi, azien­de, non si sacrificano i popoli ad astratte entità e contabilità sovranna­zionali.

Sosterrò chi avrà il coraggio di spez­zare quel circolo vizioso e far saltare quell’agenda. Spero che lo faccia la «destra», ma in sua mancanza preferi­rò chiunque lo faccia.

Certo, vorrei pu­re un piano di ricostruzione naziona­le, una linea comune ad altri Paesi eu­ropei e mediterranei, una ripresa ef­fettiva di sovranità.
È tempo di nuove sintesi e grandi de­cisioni. È tempo di dire addio ai tecni­ci­e ai poteri da cui derivano e di rimet­tere al centro la vita dei popoli, non i conti. La sinistra oggi è uno spaurac­chio fesso.

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