Un direttore di giornale dietro le sbarre per un reato d’opinione è roba da Unione Sovietica.
Eppure ci sono quelli che godono a immaginarsi Sallusti a San Vittore.
Anzi, gli augurano di peggio. Per indignarsi di fronte a un’aberrazione di questo genere non è richiesto essere dei sinceri democratici, basta avere un po’ di buonsenso. Quello che spesso latita, specialmente quando ci si nasconde dietro all’anonimato di un nickname, schermati dal monitor di un pc. La notizia del possibile arresto del direttore del Giornale viaggia subito sul web: velocissimi i siti indipendenti e i blog a pubblicarla, più lenti i media tradizionali a rilanciarla. Un’opportunità ghiotta per quelli che, con la bava alla bocca, non aspettavano altro per sputare un po’ di veleno. Vigliaccamente. Pensando di giocare con la vita altrui ma danneggiando anche la propria, perché la libertà d’opinione è un bene prezioso per tutti. Anche per chi passa le giornate in rete a seminare offese. E allora iniziamo a viaggiare nel girone di chi lancia il sasso e tira indietro il mouse. Tra i primi a scatenarsi ci sono quei simpaticoni del sito satirico Spinoza.
it che, questa volta, stonano ed esagerano. «Sallusti rischia l’arresto.Purtroppo non cardiaco », scrive tal Procopio sul sito. Alla faccia della satira e del buon gusto. E a seguire una ventina di sedicenti umoristi che, in bilico tra il greve e il macabro, postano le loro battute. Ma il peggio arriva nei forum di blog e siti d’informazione. «Un anno e due mesi di detenzione? A me sembra un po’ poco»,scrive un commentatore nella pagina Facebook dell’ Unità . Ma qui, rispetto ai commenti successivi, abbiamo ancora a che fare con degli «specchiati garantisti ».Elisabetta R,infatti,s’infila al volo la toga e suggerisce un ulteriore inasprimento della pena: l’ergastolo. Vi sembra esagerato? Non è ancora arrivato il meglio del peggio. La sete di giustizialismo si placa solo col sangue e dall’ergastolo alla pena di morte il passo è brevissimo.
«Io gli darei trent’anni di sedia elettrica», bercia Renato A. C’è anche chi cerca difare lo spiritoso con pessimi risultati: «Dopo una vincita al Superenalotto e la morte di B. sarebbe la notizia migliore». Perché alla fine se lo merita – proseguono i commentatori – perché ha il bollino del peccato originale: non è di sinistra. «Uno de meno », scrive Cesare. «Buttate la chiave», suggerisce Lodovico.E c’è anche chi sottolinea l’intento educativo della sentenza: «È uno dei protagonisti della macchina del fango, spero che impari la lezione...». “Se lo condannassero sarebbe giusto, almeno la smetterà di scrivere falsità”, spara Tomas G. con una consecutio temporum claudicante. Stesso refrain anche su Twitter . Basta digitare «Sallusti» per trovare, tra i molti messaggi di affetto, decine di insulti. «Stanno per arrestare Sallusti. Oggi la giornata comincia bene», cinguetta come un uccello del malaugurio Ely. «Un sogno non vedere la sua faccia in tv», twitta Danilo.
E c’è anche chi si spinge sulla pagina Facebook del nostro quotidiano per augurare, tra i tanti commenti di solidarietà, che la Cassazione condanni il direttore e lo blindi il prima possibile. In certi meandri del web e dei social network sembra che l’odio non abbia mai fine e se c’è il villaggio globale doveva pur esserci anche la suburra globale: un inferno in cui tutti vomitano insulti.
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