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Juve, Nedved pensa al ritiro Adriano o Cruz per Chivu

Gelo tra i bianconeri e il ceco, che dice: "Potrei anche smettere". E il Milan per accontentare Kakà darà un milione all’anno anche al fratello

Juve, Nedved pensa al ritiro 
Adriano o Cruz per Chivu

Claudio De Carli
Alessandro Parini


L’ufficio complicazione alla Juve è sempre aperto. Ieri era atteso in sede Sergio Fortunato, procuratore di Camoranesi: oltre a lui si sono visti anche Pavel Nedved e il manager Mino Raiola. Per la Juve la sorpresa non è stata piacevole, visto quanto detto da Raiola appena prima dell’ora di cena: «Se la proposta è questa, Pavel potrebbe anche smettere di giocare. Tre anni fa si è dimezzato l’ingaggio, la sua situazione attuale è sbilanciata rispetto a quella di altri». Il ceco potrebbe non presentarsi domani, primo giorno di ritiro: «Offeso? No, ma un po’ deluso sì». Nedved guadagna 2,5 milioni e non avrebbe intenzione di scendere sotto quota 3. In quanto a Camoranesi, si è virati verso il bel tempo: «Ci hanno offerto l’allungamento del contratto fino al 2010 - ha spiegato Fortunato - a cifre eque (3 milioni a stagione). Ne parlerò con il mio assistito, ma non credo avrà problemi ad accettare».

Il romanzo del trasferimento di Cristian Chivu invece potrebbe anche finire con il non trasferimento di Cristian Chivu, e la storia si sta arricchendo di nuovi personaggi: «Puntiamo a vincere lo scudetto con la Roma, è il terzo anno di Spalletti e la squadra è più forte - ha dichiarato il suo procuratore Joan Becali -. Non abbiamo nessuna intenzione di andare a trattare con Real e Barcellona ma aspettiamo il fax della società per il ritiro». Non è una provocazione, ma un assalto, Joan Becali ha fatto sapere che di Chivu è il padrone e decide lui: «Non c’è niente di nuovo - ha precisato Joan -, sono in vacanza a Palma di Maiorca e non ho in programma appuntamenti».

In realtà oggi o al massimo domani a Villa Pacelli c’è un incontro con Rosella Sensi perché la Roma senza i soldi di Chivu ha il mercato fermo e Luciano Spalletti pretende la rosa al completo per il raduno a Trigoria del 16 luglio. Ernesto Bronzetti che lavora in quota Roma per il mercato spagnolo, ha concluso il suo mandato con un accordo firmato con il Real Madrid per 18 milioni di euro. Quello dei fratelli Becali invece riprende, perché ora Massimo Moratti è seccato e resta ancorato all’offerta di 14 milioni più Obinna e tocca a loro tenere i contatti. Ma ci sono due realtà incontrovertibili: la Roma non vorrebbe cedere Chivu all’Inter e i Becali non le danno alternative. Ce ne sarebbe una terza molto soggettiva: Chivu non vale quella cifra, ecco perché l’Inter non ha chiuso quando stava trattando l’affare Pizarro. Ma ora tutto si ripresenta dopo le dichiarazioni di Julio Cruz: «All’Inter ci sono troppe punte e nel calcio può cambiare tutto. Chivu? Senza di lui abbiamo vinto lo scudetto». E Julio Cruz alla Roma è molto gradito, anche se Spalletti non ha mai nascosto di sognare Adriano.

Adesso che l’asta spagnola è fallita, i rumors romani attendono un inserimento del Milan, giusto per non farsi mancare niente. Ma in via Turati si lavora per blindare Kakà, Ramon Calderon si è arreso solo temporaneamente, il suo scopo è arrivare a ottenere una clausola rescissoria nel contratto del brasiliano. Il Milan ha pronto per Kakà un contratto fino a giugno 2012 a 6,5 milioni a stagione, oltre a un’offerta che se confermata sarebbe irrinunciabile: ingaggio a un milione di euro all’anno per il difensore del Rimini Rodrigo Izecson Dos Santos Leite, meglio noto come Digão, il fratello di Kakà.

Mercato vivo, Vincenzo Montella in prestito alla Samp con metà ingaggio pagato dalla Roma, Aldo Spinelli ha annunciato richieste per Marco Amelia anche dalla Spagna, Lillo Foti non esclude che Rolando Bianchi vada all’estero: «Ci sono buone probabilità, l’operazione si potrebbe chiudere nelle prossime ore». L’Inter ha intenzione di proporre a Roy Hodgson un ruolo da ministro degli esteri, mentre il Siena si chiamerà Montepaschi in onore del suo sponsor, una banca da un miliardo di utili nel 2006, miglior bilancio in 500 anni di storia.

Il dopo De Luca, se la Figc acconsentirà al cambio di denominazione, è rassicurante.

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