Subito dopo la strage di Charlie Hebdo, il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah aveva affermato: "Questi estremisti religiosi hanno distorto l'islam, il corano e la nazione islamica più dei nemici stessi dell'islam e di coloro che insultano il profeta o disegnano fumetti su di lui".
Ora, dopo i tragici fatti di Parigi, il presidente iraniano Hassan Rouhani, come riporta l'Independent, parla apertertamente di "crimini contro l'umanità" mentre il ministro degli esteri del Qatar, Khaled al-Attiyah, definisce gli attentati "un'atrocità". Joko Widodo, leader indonesiano, ha condannato a nome di tutto il Paese la violenze di Parigi.
Forse, il leader islamico che ha espresso con più vigore una condanna nei confronti dei terroristi parigini è Shuja Shafi, capo del Consiglio musulmano della Gran Bretagna: "I miei pensieri e le mie preghiere sono rivolte alle famiglie delle vittime e dei feriti e a tutti i francesi, nostri vicini . Questo attacco è stato rivendicato da un gruppo che si fa chiamare 'Stato islamico' .
Non c'è nulla di islamico di queste persone e le loro azioni sono il male e al di fuori dei confini stabiliti dalla nostra fede".Una dichiarazione che dimostra, se mai ce ne fosse ancora bisogno, che la guerra mossa dall'Isis è una guerra rivolta anche contro tutti i musulmani moderati.
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