Liberato Alessandro Sandrini, l'italiano rapito nel 2016 in Siria

Il "Governo di salvezza" legato ai qaedisti di Hayat Tahrir al-Sham annuncia la liberazione dell'ostaggio italiano Alessandro Sandrini. Il premier Conte: "Liberato al termine di un'articolata attività d'intelligence"

Liberato Alessandro Sandrini, l'italiano rapito nel 2016 in Siria

Può tirare un sospiro di sollievo la famiglia di Alessandro Sandrini, il trentatreenne bresciano rapito nel 2016 al confine tra Siria e Turchia.

Ad annunciare la liberazione del ragazzo italiano preso in ostaggio da un gruppo criminale è il "Governo di salvezza” di Idlib, legato ai miliziani qaedisti di Hayat Tahrir al-Sham. La notizia è stata diffusa in una conferenza stampa alla quale era presente anche il giovane bresciano sequestrato tre anni fa. Gli islamisti hanno chiarito come l’ostaggio italiano fosse stato sequestrato da "una rete criminale specializzata in rapimenti” e “rilasciato a seguito di trattative”.

E in serata è arrivata anche la conferma del governo italiano. “Il connazionale Alessandro Sandrini è stato liberato al termine di un'articolata attività condotta, in territorio estero, in maniera coordinata e sinergica dall'intelligence italiana, dalla polizia giudiziaria e dall'unità di crisi del Mae”, ha scritto in una nota il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

A parlare nel pomeriggio, tramite l'agenzia di stampa "Sham", vicina agli islamisti, era stato il vice ministro dell'Interno del "governo" che controlla la provincia siriana strappata ai ribelli da al Qaeda, il colonnello Ali Kaddah. "Il ministero dell'Interno del governo di salvezza è riuscito tramite ricerche e indagini da parte delle pattuglie di polizia a liberare un italiano di nome Alessandro Sandrini", aveva fatto sapere. "Per l'incolumità del sequestrato - aveva aggiunto Kaddah, come riferisce l'Adnkronos - abbiamo negoziato per via indiretta", riuscendo a "liberarlo e ad identificarlo". Il colonnello ha poi comunicato come le autorità legate al gruppo radicale islamico avrebbero "contattato le autorità competenti per consegnarlo ufficialmente al governo del suo Paese".

Nell'estate del 2018 il giovane originario di Folzano, frazione del comune di Brescia, era apparso in un video di 53 secondi diffuso dall'agenzia di intelligence Site, vestito nella classica uniforme arancione riservata ai prigionieri dell’Isis e con alle spalle due guerriglieri vestiti di nero e con il volto coperto. “Oggi è il 19 luglio 2018, mi danno l’ultima occasione per comunicare con l’Italia. Se la cosa non si risolverà in tempi brevi mi uccideranno”, era l’appello disperato del ragazzo.

Sandrini era stato rapito la sera del 4 ottobre 2016 mentre era in Turchia per una "vacanza" mentre in Italia era ricercato per rapina e ricettazione. Nel 2017, dopo un anno dal sequestro, i rapitori gli avevano concesso una telefonata alla madre. Poi, nel luglio del 2018, l'appello per la liberazione nel video dove il giovane appariva inginocchiato e con i Kalashnikov puntati alla schiena. "Chiedo all'Italia di aiutarmi, di mettere fine a questa situazione in tempi rapidi", aveva detto nel filmato.

"È finito un incubo", ha detto il padre di Alessandro, Gianfranco, il quale ha confermato che il figlio si troverebbe ancora in Siria, ma "libero" e "con i nostri carabinieri". Esulta via Twitter anche il capo della Farnesina, Enzo Moavero Milanesi, congratulandosi con "tutti i servitori dello Stato che si sono adoperati per questo felice esito".

Una volta arrivato in Italia Sandrini, che nel nostro Paese è considerato alla stregua di un latitante e dovrà affrontare due processi, sarà sentito anche dai magistrati della procura di Roma nell’ambito del fascicolo aperto sulla vicenda per sequestro di persona con finalità di terrorismo.

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