Ricordate la Germania generosa di Angela Merkel che apriva le braccia in uno slancio di accoglienza verso i siriani che scappavano dalla guerra civile? Il Paese ospitale che suscitava l'ammirazione di mezzo mondo (e si attirava gli encomi della stampa) aprendo le proprie frontiere ai profughi sembra aver deciso per un'inversione di tendenza radicale. Ad appena due mesi da quell'annuncio che aveva acceso le speranze di tutto il Medio Oriente.
Parlando ieri a Berlino, il ministero degli Interni germanico ha infatti annunciato un giro di vite nelle politiche di accoglienza, anticipando che centinaia di migliaia di migranti che ogni giorno entrano nei confini tedeschi non otterranno l'asilo o lo status di rifugiati da parte delle autorità federali.
Ai siriani sarà ancora permesso di entrare in Germania, ma unicamente per un anno e con la sola "protezione sussidiaria" - che ne limita i diritti rispetto a chi ottiene lo status di rifugiato. Dopo aver incontrato giovedì gli alleati della coalizione e di governo, la Merkel ha fatto sapere, tramite il ministro degli Interni Thomas de Maizière, che Berlino allineerà la propria politica a quella degli altri governi dell'Unione Europea.
"Gli altri Paesi garantiscono ai migranti solo una permanenza limitata - chiosa il ministro - Noi faremo altrettanto con i siriani, in futuro. Assicuriamo loro che riceveranno protezione, ma solo la protezione sussidiaria, che ha durata limitata e non garantisce il ricongiungimento familiare". Una fonte del ministero dell'Interno ha confermato al Frankfurter Allgemeine Zeitung che istruzioni in tal senso sono state diramate all'ufficio federale per la migrazione e i rifugiati.
Queste decisioni seguono settimane di polemiche politiche fortissime, con i partiti di centrodestra (compresi gli stessi cristiano-democratici del medesimo partito del cancelliere) che da giorni attaccano il cancelliere chiedendo un'inversione di marcia sul tema dell'accoglienza. Prima c'era stata la proposta, da parte di quasi duecento parlamentari, di costruire un muro ai confini tedeschi; quindi l'intervento della polizia, durissima nel denunciare le condizioni "infernali" dei campi profughi; infine la fosca previsione della stessa Merkel, che aveva evocato il rischio di "scontri militari" nei Balcani in caso di mancata redistribuzione dei migranti fra i vari Paesi dell'Unione.
Del resto, ai confini nordorientali italiani proprio in questi giorni iniziano a presentarsi le prime decine di profughi che arrivano in Italia dopo aver desistito dal tentativo di
stabilirsi in Austria o in Germania: per il futuro, è facile prevedere che questa tendenza si consoliderà. Soprattutto se la Germania dovesse davvero stringere le maglie dei controlli e a respingere sempre più disperati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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