Migranti, giravolta della Germania buonista: vara una stretta sugli ingressi

La Germania approva una riforma per inserire altri 4 Stati nella lista dei Paesi sicuri: le espulsioni saranno più rapide

Migranti, giravolta della Germania buonista: vara una stretta sugli ingressi

Ricordate la Merkel delle porte aperte e il suo accorato appello in favore del Global Compact? "I migranti portano prosperità", disse la Cancelliera di fronte ai delagati Onu a Marrakech. Discorso molto applaudito e apprezzato. Peccato che alle belle parole seguano fatti che vanno in un'altra direzione, se non opposta quantomeno discordante.

La Germania si appresta ad ampliare la sua lista di "stati di origine sicuri" con l'ingresso di Algeria, Georgia, Marocco e Tunisia. La misura è stata votata dal Bundestag con 509 deputati e solo 138 contrari (Partito dei Verdi e della Sinistra). Per diventare definitiva manca solo il via libera del Bundesrat. È una vittoria delle politiche che puntano alla limitazione dei flussi migratori, non certo di quelle che incoraggiano il "diritto a migrare".

In fondo se Merkel non è più nel pieno del suo potere lo deve (anche) alle sue decisioni in tema di immigrazione. Dapprima aprì le porte ai siriani, poi fu costretta a una rapida retromarcia. Le violenze, gli stupri e gli omicidi compiuti dai profughi in tutta la Germania hanno scatenato la rivolte di una buona fetta di tedeschi. La Merkel ha pagato scotto. La Cdu e i suoi alleati hanno perso elezioni importanti in diversi Lander e la Cancelliera è stata costretta al passo indietro: non guida più il partito e non si ricandiderà alla guida del Paese. Una debacle.

Ad Angela ora non resta che l'Europa. Nel Vecchio Continente ha ancora un peso specifico notevole, almeno fino a maggio. Se però - come sembra - i movimenti sovranisti dovessero strappare una grossa fetta di eurodeputati, il Ppe potrebbe essere costretto a scendere a patti con Le Pen e Salvini. A pagare il conto di un simile accordo sarebbe il simbolo del vecchio schema popolari-socialisti: Frau Merkel.

Ecco perché la Cancelliera (e la Germania) cerca di tenere un piede in due staffe: quella moderata del "i migranti portano prosperità" e quella più dura della regolazione agli ingressi. Spinge per il patto Onu sui migranti, si spende per una "soluzione europea" alla redistribuzione dei migranti, pianifica con la Francia la riforma di Dublino e al tempo stesso mette in atto una stretta sul diritto d'asilo. Coi migranti, il bastone e la carota. Regole e buonismo.

L'ampliamento della "lista di Paesi d'origine sicuri" (cioè dove non ci sono persecuzioni, torture, trattamenti inumani o conflitti armati) permetterà alla Germania di velocizzare l'analisi delle richieste di asilo: se vieni da uno di quegli Stati, o presenti le prove del pericolo che corri nel rientrare a casa oppure vieni rimpatriato.

Per Helge Lindh (Spd) la legge permette di non dare "false speranze" sul futuro che attende i migranti un Germania. La Merkel spera così di non perdere il voto di chi chiede una stretta sull'immigrazione. E le tanto decantate porte aperte?

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