La stretta di Trump sui clandestini: boom di immigrati irregolari arrestati

Oltre 41mila immigrati irregolari in manette nei primi cento giorni della presidenza Trump. In aumento anche gli arresti di migranti sprovvisti di documenti ma senza precedenti penali

La stretta di Trump sui clandestini: boom di immigrati irregolari arrestati

Negli Stati Uniti i primi cento giorni della presidenza di Donald Trump sono stati contrassegnati da un boom degli arresti di migranti irregolari entrati clandestinamente in territorio americano.

A dirlo sono i dati ufficiali diffusi mercoledì dalla Immigration and Custom Enforcement (ICE), l’agenzia federale responsabile del controllo della sicurezza delle frontiere e dell’immigrazione negli Stati Uniti. Secondo quanto riporta Usa Today, citando i dati diffusi dall'agenzia, nel periodo compreso tra il 22 gennaio e il 29 aprile, sono finiti in manette 41.318 immigrati, per una media di 400 arresti al giorno. Un numero che è aumentato del 38% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente.

Il direttore dell’ICE, Thomas Homan, ha fatto sapere che l’agenzia si sta concentrando sui migranti sprovvisti di documenti e con precedenti penali. I dati mostrano però come l’aumento più significativo riguardi, in realtà, gli arresti dei migranti senza precedenti penali. Il numero dei migranti senza precedenti penali, arrestati solo per il fatto di non essere in possesso dei documenti, è salito, infatti, a 10.845 persone: quasi il triplo rispetto allo stesso periodo del 2016, in cui gli arresti erano stati 4.242. A questo proposito, Homan ha chiarito che anche i migranti senza precedenti penali compiono un “atto criminale” entrando senza documenti, quindi illegalmente, negli Stati Uniti.

Per l'amministrazione Trump, i dati confermano gli impegni assunti dal presidente durante la campagna elettorale e la corretta applicazione delle nuove norme contro l’immigrazione clandestina. L’espulsione dei migranti senza documenti, ed in particolare di quelli con precedenti penali, già condannati o accusati di aver commesso reati, era stata disposta, infatti, con un ordine esecutivo firmato dal presidente americano lo scorso 25 gennaio, a pochi giorni dal suo insediamento alla Casa Bianca. Il giro di vite sugli immigrati irregolari senza precedenti penali è stato bollato, invece, dai Democratici e dagli attivisti pro-migranti, come un’offensiva ingiustificata e come il risultato della “campagna di paura” promossa dall’amministrazione Trump contro gli immigrati.

Tuttavia, i dati sugli arresti degli immigrati senza documenti relativi ai primi cento giorni della presidenza Trump, risultano essere di gran lunga inferiori ai picchi di

arresti effettuati prima del 2014 dall’amministrazione dell'ex presidente Barack Obama, che era stato soprannominato per questo “deportatore in capo”, dalle associazioni per la difesa dei diritti dei migranti.

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