“Stiamo lavorando per essere prima di altri e più di altri interlocutori della nuova amministrazione Trump”, lo ha detto il segretario della Lega, Matteo Salvini, a margine del convegno Globalismo e Sovranità, che si è svolto oggi alla Camera. “Stiamo lavorando senza scorciatoie per avere contatti diretti, seri, non mediati” con la nuova amministrazione Trump, ha detto Salvini, ribadendo come per la Lega, creare“un canale diretto con il nuovo presidente americano è fondamentale”. I temi sui quali costruire questa partnership privilegiata, ha spiegato Salvini, sono quelli del “lavoro, immigrazione, sicurezza, e del ruolo degli organismi sovranazionali, dalla Nato all’Ue, all’Onu”. “Su questi temi si deve riscrivere il futuro”, ha detto il segretario della Lega.
Il convegno su globalizzazione e sovranità
Temi, questi, che sono stati discussi approfonditamente nel convegno organizzato dal neonato think thank Centro Studi Politici e Strategici Machiavelli, alla Camera dei Deputati, al quale sono intervenuti, per parlare di globalizzazione e sovranità, Ettore Gotti Tedeschi, Marcello Veneziani, Alberto Bagnai, il deputato della Lega Nord, Guglielmo Picchi e i rappresentanti del centro studi, Daniele Scalea e Dario Citati. “Convegni come questo dimostrano che dal centrodestra noi attendiamo risposte”, ha detto a ilGiornale.it Salvini sul tema delle alleanze in vista dei prossimi appuntamenti elettorali, “noi le abbiamo sul tema dell’euro, della sovranità monetaria, della globalizzazione, dell’identità, della difesa del lavoro e del made in Italy, su questo noi abbiamo le idee ben chiare, aspettiamo che gli altri se le chiariscano”. E su una possibile alleanza con il M5S il segretario della Lega è scettico. “Su questi temi, al momento, aimè, sono abbastanza confusi e lontani”, ha detto Salvini a ilGiornale.it, “sull’immigrazione sono molto confusi, sulla difesa della famiglia son dall’altra parte della barricata, sullo stesso tema dell’euro se parlano di referendum parlano di qualcosa che non è possibile fare, quindi attendiamo che si chiariscano le idee”.
Una santa alleanza tra la Lega, Trump e tradizionalisti in Vaticano?
E se il consigliere presidenziale di Trump, Steve Bannon, secondo il New York Times, si troverebbe più a suo agio, in Vaticano, con i rappresentanti degli ambienti conservatori, piuttosto che con Papa Francesco, anche Salvini ha scelto, la settimana scorsa di incontrare il cardinale Raymond L. Burke, uno dei quattro porporati firmatari dei dubia sull'esortazione post sinodale Amoris Laetitia. Un incontro, questo, che, secondo alcune indiscrezioni, sarebbe stato voluto e cercato da Oltretevere. Quello che si sono detti Salvini e Burke, però, “rimane là in stanza”, ha detto a ilGiornale.it il segretario della Lega. “È stato per me molto bello, importante e arricchente”, ha aggiunto poi Salvini che conferma però che con il cardinale Burke e le forze che rappresenta si può lavorare congiuntamente su alcuni temi. “Si parla di famiglia, di immigrazione sostenibile, in linea generale di un certo tipo di valori, di difesa della vita”, ha detto Salvini, “quindi io ascolto, altri ne incontriamo e ne incontreremo”. Su Papa Francesco “sono l’ultimo che può dare giudizi, sono una formichina quindi non commento”, aggiunge Salvini, “però quando Marcello Veneziani parla di saldi di fine cristianità, ecco c’è di che riflettere”.
E su un possibile asse tra Lega, ambienti conservatori della Santa Sede e Trump, Salvini smentisce che ci siano contatti seri, ma ammette che ci
sono idee che circolano. “Le idee circolano senza confini, dalla Francia all’Olanda all’Austria, alla Germania, da Londra a Washington, a Mosca, a Milano, ci sono buone idee in circolo”, conclude il segretario della Lega.
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