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Moratti: "E' difficile che Ibra vada via"

Il presidente dell'Inter sposa la linea di Mourinho: "Per me lo svedese resterà a Milano. Finora non abbiamo ricevuto offerte". Sul bilancio: "Entro tre anni sarà in equilibrio. Questo vorrà dire dei sacrifici dal punto di vista sportivo"

Moratti: "E' difficile 
che Ibra vada via"

Milano - Se ne parla da settimane. Si fanno anche i nomi dei possibili sostituti, e si tratta di nomi altisonanti: Eto'o, Aguero e Benzema, tanto per gradire. Ma alla fine Ibrahimovic potrebbe anche restare a Milano. Parola di Massimo Moratti. Che sia solo una tattica? Può darsi. Di certo si sa che il presidente dell'Inter si è incontrato a cena con quello del Barcellona, e l'appuntamento - racconta Moratti, "è nato dalla curiosità di entrambi" sul desiderio espresso da Ibrahimovic di poter lasciare l’Inter per la Catalogna. Dal Workshop nerazzurro di Viareggio Moratti racconta così l’incontro dei giorni scorsi con Joan Laporta e l’ipotesi di uno scambio con Eto'o, ma spiega che secondo lui "è difficile in questo momento" che lo svedese vada via.

Ognuno ama il proprio giocatore "Alla fine è venuto fuori che ognuno ama il proprio giocatore, io parlavo bene di Ibra, lui di Eto'o e ci siamo lasciati dicendoci che forse era meglio tenerci i nostri giocatori", ha dichiarato Moratti ai microfoni di Sky, convinto comunque che lo svedese sia più forte del camerunese: "Eto'o è un giocatore fantastico, ma a noi Ibra ha dato tanti risultati in tre anni e molte vittorie sono merito suo. Quindi - ha sottolineato - sappiamo il suo valore, non lo metto a rischio con qualcuno che, sia pure di grande valore, non sappiamo come possa adattarsi al nostro campionato".

La penso come Mourinho "In questo momento sono della stessa idea di Mourinho: ritengo difficile che Ibra vada via", ha aggiunto il numero uno nerazzurro definendo il caso dell’attaccante "più un fatto giornalistico e del suo procuratore, che non reale. Noi non abbiamo avuto finora offerte".

La volontà di Ibra e Maicon Ma le esternazioni dello svedese, così come quelle di Maicon, farebbero intendere che a entrambi non dispiacerebbe cambiare aria. "A volte le dichiarazioni sono dettate da qualcun altro o da un interesse specifico del momento. Conoscendo i due ragazzi, simpatici - è certo Moratti - è difficile che le ripetano o te le dicano in faccia". Ma il messaggio di Maicon, desideroso di discutere del proprio futuro, è arrivato in corso Vittorio Emanuele: "Ha detto una cosa intelligente, mi sembra normale che, avendo un contratto, pensi di dover stare qui e lo voglia. Ma anche che voglia capire cosa possa capitare fra la nostra e la sua volontà".

Conti in equilibrio Insomma, nemmeno Moratti ancora può dispensare certezze. In compenso è sicuro che presto i conti dell’Inter saranno in equilibrio, Quando? "In tre anni. Dal prossimo - ha anticipato ci sarà un miglioramento costante. Questo vorrà dire anche che ci sarà un sacrificio dal punto vista sportivo". Ovvero? "Ci sarà grande attenzione nella campagna acquisti e vendite, e tutto sarà fatto in modo da raggiungere l’obiettivo nei prossimi tre anni, cercando di mantenere la squadra molto forte, e facendo in modo che il club abbia mercato".

Sul Milan e Kakà Problemi simili affronta anche il club rossonero, che ha scelto di cedere il suo gioiello più prezioso, Kakà. "Il Milan lo ha fatto vendendo. Anche questa è una maniera per arrivarci. Noi stiamo pensando di trovare un sistema perchè la media dell’ ingaggio sia più bassa e rispondere alla crisi, che è a monte del calcio. E a monte del calcio - ha aggiunto - c’è un’industria che ti dà i mezzi per partecipare a questo business".

I colpi spagnoli In compenso, in Spagna, il Real fa man bassa a suon di colpi clamorosi. "Il sistema calcistico è da sempre squilibrato, bisogna vedere che tipo di conti ha fatto il Real Madrid: può darsi - è il pensiero di Moratti - che riesca in un certo numero di anni a rientrare da quanto speso, e bisogna vedere se ha il sostegno da parte delle banche. Le banche, se hanno prestato questi soldi, ci avranno pensato bene".

Inoltre, il club di Florentino Perez "aveva anche un’esigenza: partiva da una situazione difficile, col Barcellona troppo forte e una risposta negativa nella sua stessa città. Ha voluto fare questo sforzo, che tutti consideriamo esagerato, ma - è la conclusione di Moratti - poi valuteremo se sarà stato adeguato a quello che genererà in termini di passione".

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