Festival di Sanremo

I fischi dell'Ariston a Geolier sono lo specchio delle nostre fratture

Perché così tanti fischi? Due i motivi. Il primo è che Geolier corre sulle ali di un televoto fortissimo che sarà decisivo durante la finale. Il secondo è che “l’integrazione” tra canzone napoletana e canzone italiana non è ancora completa

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nostro inviato a Sanremo

La quarta sera del Festival è una festa della musica nella quale vincono tutti, anche chi arriva ultimo. Gli artisti si mettono in gioco, magari sbagliano ma comunque ci hanno provato e oggi, nello spazio cibernetico del pop programmato a tavolino, è già un bel passo avanti. In ogni caso, ha vinto Geolier, che è stato fischiato dal pubblico in sala per il medley intitolato “Strade – 7 e mezzo” e cantato con Guè, Luchè e Gigi D’Alessio. Fischi che raramente si sono sentiti così forti dopo un verdetto dell’Ariston e non è una cosa da sottovalutare. Per due motivi. Il primo è che Geolier corre sulle ali di un televoto fortissimo che sarà per forza decisivo durante la finale. Il secondo è che “l’integrazione” tra canzone napoletana e canzone italiana non è ancora completa.

Dopo Geolier, si sono piazzati Angelina Mango con il quartetto d’archi dell’orchestra di Roma, Annalisa con La Rappresentante di Lista, Ghali con Ratchopper e Alfa con Roberto Vecchioni. A parte ci sono le pagelle del Giornale e quindi qui diamo uno sguardo d’insieme alla serata più complessa e decisiva del Festival, quella che ultimamente fa la differenza anche per la vittoria finale.

Beh di certo Angelina Mango ha commosso tutti cantando "La rondine" del papà Pino e Roberto Vecchioni con Alfa ha toccato forse il picco emotivo della serata cantando "Sogna ragazzo sogna". Nel complesso i “maestri” hanno dato una lezione agli allievi come ad esempio Rettore che ha tenuto in piedi la sbilenca Lamette dei La Sad o Pino D’Angiò che ha frenato il crollo dei Bnkr44 in Ma quale idea. Di certo, se Irama incontra Riccardo Cocciante in Quando finisce un amore, il risultato non può che essere buono, anche se avrebbe potuto essere più esaltante. Alla fine hanno vinto….

In ogni caso, dopo circa 70 canzoni interpretate (tra pezzi singoli e medley) e oltre 170 performer sul palco, è difficile essere delusi. Se si parla di festival della canzone, beh, questo è un signor festival della canzone. Sono tornati persino i Jalisse, che sono apparsi sul palco alle 1.50 ben ventisette anni dopo averlo conquistato con Fiumi di parole. A dirigerli, i maestri Peppe Vessicchio e Leonardo Vessicchio. E quale brano hanno scelto per il ritorno? Ovviamente Fiumi di parole, canzone ben più che dignitosa che diventò vittima di una sorta di “shit storm” ante litteram condannando i Jalisse a un inspiegabile ostracismo. Per fortuna il cerchio si è chiuso.

Non si è invece ancora chiuso il “caso Travolta” che indirettamente spiega ancora effetti visto che Amadeus e Fiorello, pur “performanti”, non sono ancora tornati come prima.

Dopotutto non sono robot.

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