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"Non riuscivano a mettere in moto". Sventato uno "sbarco fantasma"

Dalla Tunisia alla Sardegna con un peschereccio, lo sbarco dei migranti e il ritorno in Africa: questo l'obiettivo di un gruppo di trafficanti, la cui missione è fallita grazie alla Guardia di finanza

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Dalla Tunisia alla Sardegna a bordo di un peschereccio: è questo il viaggio intentato da un gruppo di migranti nel tentativo di raggiungere l'Italia. Nonostante le distanze considerevoli dal Paese nordafricano, ecco che gli irregolari tentanto la traversata di un ampio braccio di mare per raggiungere la seconda isola del Mediterraneo. Ormai è chiaro che è il nostro Paese a essere attrattivo, e non l'Europa, per queste persone, evidentemente spinte in Italia da una narrazione conveniente sul trattamento ricevuto una volta sbarcati. È la propaganda a muovere le masse e non sono sicuramente le emergenze umanitarie per i tunisini, inquadrabili nel novero dei migranti economici.

La Guardia di finanza di Cagliari ha sventato l'ennesimo tentativo di "sbarco fantasma" in Sardegna. Nei loro progetti il piano doveva essere di semplice attuazione: imbarco su un peschereccio di un numero ridotto di persone (meno di 20) e via verso le acque internazionali. Poteva tranquillamente essere scambiato per un barcone da pesca come tanti ce ne sono in quel tratto di mare. Invece, l'obiettivo di questo peschereccio era sbarcare 15 migranti nel Sud Sardegna, nella località turistica di Domus de Maria, per poi riportare la barca in Tunisia. Un lavoro fatto tantissime volte, come testimoniano le cronache degli sbarchi avvenuti senza rinvenire il mezzo, che però questa volta non è riuscito.

L'indagine effettuata dalla Guardia di finanza ha permesso di ricostruire la dinamica dello sbarco, avvenuto a Cala Cipolla. Una vota scaricati i 15 migranti, il peschereccio sarebbe dovuto tornare indietro ma i tre scafisti non sono più stati in grado di rimettere in modo la barca, per probabili inconvenienti al motore. A quel punto, all'arrivo delle forze dell'ordine, hanno tentato di calare il jolly, ancorando alla meno peggio il peschereccio in rada e cercando di confondersi con i migranti del gruppo. In un primo momento, tutti e 18 sono stati accompagnati nel centro di prima accoglienza di Monastir, in provincia di Cagliari, ma le indagini della Gdf non si sono fermate.

Dopo aver analizzato i dati contenuti nei documenti trovati a bordo del peschereccio e aver raccolto le informazioni dagli sbarcati, i militari sono riusciti a individuare gli organizzatori del viaggio nel gruppo di tunisini, arrestati per traffico di esseri umani e portati in cella.

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