Cultura e Spettacoli

«Nuove serie per conquistare il pubblico del Nord»

«Nuove serie per conquistare il pubblico del Nord»

Laura Rio

da Milano

Alla riconquista del Lombardo-Veneto. Un pezzo d’Italia rimasto fuori dall’Unità nazional-televisiva. Neppure Le cinque giornate di Milano (la mini-serie) sono riuscite a riunificare il Paese catodico. A fare ammenda di una fiction troppo romano-concentrica è stato ieri mattina il direttore Agostino Saccà, aprendo il ciclo di conferenze stampa al Prix Italia, il premio di televisione in corso a Milano-Bicocca. «Dobbiamo smetterla di parlare romanesco - ha detto -. Bisogna parlare italiano, è facile». L’obiettivo è quello di interessare la platea del Nord, «lasciata alla concorrenza di Mediaset». E per raggiungere questo tipo di pubblico Raifiction ha messo in cantiere diverse produzioni: da Sette vite (che però paradossalmente sarà girata a Napoli, «perché costa meno»), una sit-com che prende spunto dal risveglio di un giovane dopo sette anni di coma; a Il treno, storie di pendolari; a Rossella, serie in costume tutta al femminile ambientata all’inizio del Novecento; al Prefetto ispirata ai racconti di Achille Serra e alla Milano degli anni ’80. «Ho sempre pensato - aggiunge Saccà - che Milano avrebbe dovuto avere un suo canale».
In attesa delle nuove produzioni, il direttore mette una pezza alla polemica sulla fiction del Commissario Montalbano in onda giovedì su Raiuno con espliciti riferimenti alle violenze dei poliziotti al G8 di Genova. «Non ho censurato Camilleri - dice Saccà -. È stato lui stesso a non mettere nella sceneggiatura alcuni passaggi politici che erano nel libro (tra cui gli attacchi al governo)». Per i fan di un Medico in famiglia, il direttore ha annunciato il (quasi certo) ritorno dell’amatissimo Giulio Scarpati (il medico Lele Martini) per la quinta serie (che non farà a meno di Lino Banfi). Invece una sorpresa potrebbe rivelarsi l’ex campionessa di salto in lungo Fiona May, scritturata per Butta la luna, storia di una donna africana sedotta e abbandonata da un imprenditore italiano. In progetto lo spin-off (cioè una serie parallela) di Incantesimo da mandare in onda al pomeriggio. Mentre a Termini Imerese sarà realizzata Agrodolce, una «fabbrica» di soap sull’esempio di Un posto al sole.

In questo diluvio di produzioni, riuscirà mai l’Italia a realizzare qualcosa di innovativo come le serie americane Casalinghe disperate o Lost? «Noi siamo servizio pubblico - è la strana considerazione di Saccà -, non possiamo raccontare la disgregazione sociale, dobbiamo dare un messaggio positivo». Però possiamo mandarla in onda, se prodotta da altri...

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