Politica economica

Ferragni e quei "trucchi" per pagare meno tasse

Grazie a una soluzione fiscale, ampiamente adottata da imprenditori e personaggi abbienti, è possibile abbattere la base imponibile e risparmiare sulle tasse

Ferragni e quei "trucchi" per pagare meno tasse

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Attenendosi alle normative vigenti, e operando all'interno dei recinti previsti dalla legge, Chiara Ferragni negli anni è riuscita ad abbattere le tasse versate all'erario per aumentare i capitali. Un escamotage fiscale comune a imprenditori e personaggi con cospicui guadagni, come ha rivelato lo scrittore Gianluca Massini Rosati nel libro “Fiscalmente inattaccabile”, in cui analizza questo tipo di dinamiche che si incastrano nella legislazione fiscale italiana.

In una delle parti del volume, che è previsto in uscita per marzo 2024, l'autore si è soffermato sulla struttura societaria dell'impero di Chiara Ferragni, composto da numerose aziende ognuna delle quali si interseca con le altre per comporre il puzzle di interessi gestito dall'influencer. Gli interessi economici di Ferragni sono al centro dell'attenzione da alcuni mesi, da quando la stessa è stata attenzionata da Antitrust e procura di Milano per il caso del pandoro Balocco. Tutto nasce con la sanzione comminata dall'AgCm a due delle società di cui Ferragni è amministratore delegato, Fenice e Tbs Crew.

La prima, una società a responsabilità limitata, nel 2022 ha registrato ricavi per 14.2 milioni di euro. È l'ex società Serendipity, che ha sede nel centro di Milano e attualmente conta 23 dipendenti. La seconda, invece, nel 2022 ha ottenuto ricavi per 14.6 milioni di euro. Ciascuna si occupa di uno specifico interesse di Ferragni e insieme compongono l'architrave delle attività economiche di Ferragni. Queste due società fanno capo a un'altra società, definita "madre", che è la Sisterhood: è la holding, di cui Ferragni è a capo, che nel 2022 ha ottenuto un fatturato da 4.5 milioni di euro e 2.4 di euro di utile. Fenice e Tbs Crew sono parte di Sisterhood insieme ad altre società come, per esempio, Ferragni Enterprises, a cui fanno capo gli investimenti immobiliari dell'influencer. L'attico da svariati milioni di euro che l'influencer ha acquistato di recente a City Life, a Milano, è intestato proprio a quest'ultima società.

Grazie alla presenza di una holding, che è la società madre che contiene tutte le altre (che fatturano molto di più e che sono il vero motore economico), Ferragni è riuscita ad abbattere le tasse. Con la "normativa madre-figlia", come spiega Massini Rosati, solo il 5% degli utili distribuiti alla società madre dalle "figlie" diventa base imponibile e viene presa in considerazione per il calcolo dell'Ires. In questo modo si verifica l'abbattimento del 95% delle imposte, che dal 26% passano all'1.

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