Cronaca internazionale

Abusi sessuali, nuove accuse a Depardieu. Il "mostro" del cinema fermato e rilasciato

La denuncia di un'assistente di 24 anni e di un'arredatrice di scena di 53 anni

Abusi sessuali, nuove accuse a Depardieu. Il "mostro" del cinema fermato e rilasciato

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Si è dovuto presentare al terzo distretto della polizia giudiziaria di Parigi, ieri mattina, Gerard Dépardieu. Posto in stato di fermo, interrogato per rispondere di due denunce di violenza sessuale, l'attore è in una posizione sempre più scivolosa; perché nell'inchiesta della procura le vittime disporrebbero di testimoni. Nel mirino degli investigatori, il suo modus operandi in alcuni set cinematografici.

Gli agenti hanno spiegato a Dépardieu i suoi diritti; la possibilità di ascoltare un medico. Alla fine è rimasto l'intera giornata in commissariato e rilasciato solo in serata. Sa perché l'abbiamo convocata? Conosce queste due donne che vi accusano? È iniziato così l'interrogatorio.

Deve infatti rispondere di una doppia accusa: una relativa al 2014, quando un'assistente allora 24enne era con l'attore e la squadra di lavoro nella sua residenza, per preparare il film Il Mago e il Siamese. Mani sul fondo schiena e propositi osceni già in quell'occasione, davanti a tutti, sostiene lei. Episodi che sarebbero continuati con proposte indecenti durante il girato; e circostanze confermate da altre donne del set. Il secondo affaire è più recente, risale al 2021 durante le riprese de Les Volets Verts. Una scenografa 53enne dice che in un corridoio Dépardieu provò a toccarle seni e fondoschiena. E che solo l'intervento di una terza persona avrebbe evitato il peggio, fermando «il lupo». La produzione costrinse l'attore a fare ammenda, ma la star francese avrebbe continuato dando alla donna della «puttana», la quale racconta d'aver sofferto di stress post traumatico e di non essere riuscita più a lavorare dopo quell'esperienza. Nessuno è al di sopra della legge, dicono gli avvocati delle presunte vittime. «Non sono né uno stupratore né un predatore» si era già difeso il gigante del cinema francese, oggi 75enne, dopo la messa in onda del documentario-inchiesta «La caduta dell'Orco» lo scorso dicembre, che narrava ombre sui suoi comportamenti per la prima volta sul piccolo schermo. Comparse, truccatrici, attrici lo accusavano in tv. La Francia si divise, diventò un caso politico, col presidente Macron che sempre in tv rivendicò la presunzione di innocenza per Dépardieu; salvo poi precisare, tre mesi fa, che pur senza rimpiangere la sua «difesa» dell'attore avrebbe potuto dire una parola in più per le donne vittime di violenza sessista e sessuale. Artisti, scrittori, produttori cinematografici firmarono anche una lettera contro la cultura del linciaggio pubblico dell'ex Cyrano, dal 2020 già indagato per stupro nel confronti dell'attrice Charlotte Arnould.

Lo aveva denunciato anche un'altra donna per un set del 2007, ma è intervenuta la prescrizione.

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