Argento come Weinstein. È la vera parità tra i sessi

L'accusatrice e il produttore nella bufera per lo stesso reato. E per questo io la difendo...

Argento come Weinstein. È la vera parità tra i sessi

Io sto con Asia. L'incredibile vicenda, che rende la realtà più sorprendente di qualunque fantasia, deve farci riflettere sul Weinstein che è in noi. Uomini e donne. È vero che, dallo stalking, alle molestie la definizione dei reati sembra punire la prepotenza maschile legata alla forza fisica e alla natura stessa del sesso; ma è altrettanto vero è che in molti casi si manifesta una violenza psicologica che conta sulla remissività, la paura o la fragilità della vittima. E che, da questo punto di vista, le conquiste della donna l'abbiano resa, spesso, psicologicamente più forte del maschio. La consuetudine e il costume sono abbastanza eloquenti nel definire le parti in commedia. Io sono, da anni, che ormai fanno decenni, vittima di stalkeraggio, telefonico ed epistolare senza essermene mai lamentato, ed avendo risposto con un sorriso o con un atteggiamento di sufficienza. Ma chi guarda il mio telefonino troverà centinaia di messaggi da almeno una decina di donne, che non mollano l'osso, e insistono a proporsi con lunghi e sconvenienti ragionamenti. Sarebbe materia sufficiente per numerose denunce. Io respingo e non rispondo. D'altra parte, se io fossi palpeggiato su un tram da una donna, sorriderei, come per uno scherzo; ben diversa sarebbe la reazione della donna dalla provocazione di un maschio. Fino a ieri, salvo che per rarissimi casi di ragazzi minorenni con le loro insegnanti maggiorenni, sarebbe stato impensabile il caso Weinstein a rovescio, ovvero, il produttore infastidito, molestato, e perfino violentato, da un'attrice; e non perché non ce ne fossero ragioni psicologiche ma per difficoltà fisiologiche e anatomiche. Ma la parità conquistata con l'uomo glielo consente almeno sul piano psicologico. Dobbiamo ringraziare Asia Argento. Non potevamo sperare che fosse lei a vendicarci facendo due parti in commedia: la vittima e il carnefice. Dunque Harvey Weinstein ha una allieva, come un vampiro: Asia Argento.

Ciò che abbiamo letto oggi è un capolavoro: la stessa persona che dopo vent'anni ha denunciato per violenza sessuale Weinstein, si era comportata esattamente come lui, in una situazione che mostra diversi lati di comicità, e che deve essere stata presa sul serio dal fragile giovinetto che, cinque anni fa, a diciassette anni, se l'è vista addosso forzandolo a un rapporto sessuale non desiderato. Difficile da praticare, in assenza di eccitazione. Il giovane fragile, tale Jimmy Bennett, attore e musicista rock, lamentò di essere stato violentato, ovvero forzato a un rapporto sessuale, a diciassette anni, nel 2013, quando Asia Argento ne aveva trentasette, e che la violenza lo segnò profondamente e influì negativamente sulla sua carriera. Non si può dire lo stesso per Asia Argento che deve successo e denaro all'amicizia con Weinstein. Bennett sembra non aver avuto alcun vantaggio da Asia Argento, ma solo conseguenze negative. Non si può escludere neanche che una violenza così forte abbia un provocato in lui una trasformazione sessuale, femminilizzandolo. Asia si è comportata con lui come un maschio con una femmina. Oggi esce questa incredibile storia. Il risarcimento negoziato con la vittima è piuttosto alto, quasi 400mila dollari, e il contrappasso è così straordinario e paradossale da far pensare che la rivelazione provenga dallo stesso Weinstein, quand'anche non sia proprio lui ad aver prestato ad Asia i soldi per pagare Jimmy. È meraviglioso che in Asia Argento ci sia contemporaneamente la vittima è il carnefice, ed è anche, non solo una vendetta per i maschi, ma la testimonianza di una vera raggiunta parità dei sessi. Quello che non funziona è la morale: così come io ho tentato di comprendere le ragioni di Weinstein, e l'ho difeso, allo stesso modo capisco le ragioni di Asia, e mi sembra ridicolo è penoso l'atteggiamento di Jimmy Bennett. In entrambi i casi vale la natura stessa della sessualità che presuppone la liberazione di istinti, oltre la ragione. Nel maschio è addirittura una questione antropologica: la seduzione presuppone avances, che spettano di norma al maschio, che nella schermaglia avanza mentre la donna resiste fino al punto di cedimento, legato alla formazione dei due sessi, alla mentalità prevalente, che ha sempre visto la donna indifesa. Quand'essa attacca, con il temperamento maschile che Asia ha sempre mostrato, l'effetto è imprevedibile e il risultato inatteso e liberatorio.

Si stabilisca dunque un patto tra maschi e femmine, che garantisca ciò che oggi sembra definitivamente inibito: la libertà dell'istinto, che conduce ad atti spesso innominabili, ma inconsciamente desiderati.

E siano rese grazie ad Asia Argento per il suo sacrificio.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica