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Calcio, i segreti dell'agenzia. "Sarà un ente autonomo"

La bozza sui conti in rosso del calcio. Abodi: "La proposta potrà avere migliorie, ma non cambierà nella sostanza"

Calcio, i segreti dell'agenzia. "Sarà un ente autonomo"

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L'agenzia della discordia calcistica ideata dal ministro Abodi ha un modello ispiratore (la Premier league inglese), un padre putativo (lo stesso Gravina nel suo intervento di ieri ha spiegato che alcuni mesi prima il ministro Abodi gli parlò di una riforma della Covisoc mentre la bozza gli è arrivata solo venerdì scorso) e soprattutto un percorso legislativo del tutto autonomo. Nella fattispecie si tratta della bozza contenuta in un disegno di legge preparato dagli uffici del ministero dello Sport e dedicato alla materia specifica così smentendo l'ipotesi secondo cui facesse parte invece di un ddl dedicato all'agricoltura. Fonti governative, sul punto, assicurano che il ddl agricoltura sarà oggi portato in Consiglio dei ministri e che invece quello contenente l'articolo 13 con la proposta di creare l'agenzia «per la vigilanza economico-finanziaria delle società sportive professionistiche», sarà rinviato a una prossima seduta. Tra l'altro negli articoli che precedono quello più discusso dal mondo del calcio e non solo, c'è anche un provvedimento ad hoc per la gestione di eventi sportivi di grande rilievo (tipo mondiali o olimpiadi per capirsi) da organizzare in Italia con una serie di «paletti» per evitare che gli investimenti preventivati si moltiplichino via via durante i lavori in corso. Il modello ispiratore - a sentire le stesse fonti governative - è quello inglese adottato dalla Premier league che tra l'altro viene considerato il traguardo operativo della Lega di serie A nelle sue recenti rivendicazioni rispetto alla Federcalcio.

Lo scopo dichiarato dell'iniziativa governativa ha preso lo spunto, secondo le fonti interessate, da uno studio sui bilanci dei club di serie A e in particolare di 8 di essi che lamentavano due anni fa un deficit di circa 600 milioni sceso nell'anno successivo a 300 milioni. L'idea è quella di un'agenzia che disporrà di una struttura molto snella, la cui cifra utile al suo funzionamento - poco meno di 3 milioni di euro - deve essere a carico degli stessi club sottoposti al controllo. Altro capitolo molto delicato è appunto quello del diverso compito dell'agenzia con vertice di nomina della presidenza del consiglio: si occuperà dei controlli in vista dell'iscrizione ai campionati, decisione finale che resterà però nella prerogativa della Federcalcio. Di qui le due proteste provenienti dal calcio: 1) non faremo i controlli ma toccherà fare i conti con i ricorsi e le eventuali «rogne» (richiesta di risarcimenti danni); 2) mettere in discussione l'autonomia del settore, argomento che sta a cuore all'Uefa, la federazione europea con sede a Nyon in Svizzera già investita dal presidente Gravina che è tra l'altro esponente del comitato esecutivo. Altro aspetto sottoposto alla valutazione dei tecnici è quello riferito allo status di un paio di club di serie A, Juventus e Lazio che sono spa quotate in borsa e già sottoposte al controllo della Consob. «Se prima non era un problema con la Covisoc, risulta difficile immaginare che la sostituzione della Covisoc con l'agenzia possa provocare un ingorgo» la contro obiezione.

Oggi sono in agenda un paio di passaggi decisivi: col ritorno dalla Turchia (per le finali di volley) del ministro Abodi capiremo il destino di questo ddl sullo sport e con il summit convocato d'urgenza da Gravina e da Petrucci per il basket avremo le reazioni ufficiali dei rispettivi mondi.

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