Cinque Stelle choc: "Serve rispetto per capire Isis"

Il deputato Manlio Di Stefano: "Vero, sono terroristi. Ma siamo sicuri che per ogni terrorista morto non ne nascano altri cento?"

Combattenti del gruppo islamico Isis, acronimo di Stato islamico dell'Irak e del Levante
Combattenti del gruppo islamico Isis, acronimo di Stato islamico dell'Irak e del Levante

"Calma" e "rispetto": questo serve, secondo i parlamentari M5S, per capire "fenomeni radicali come Isis". La notizia arriva da Montecitorio, dove i deputati stellati della Commissione Esteri si sono espressi contro la scelta di Farnesina e Ministero della Difesa di appoggiare, anche militarmente, il tentativo del governo del Kurdistan iracheno di contenere l'espansionismo del Califfato islamico.

"Mogherini e Pinotti giocano a fare la guerra in Iraq senza aver consultato il Parlamento preventivamente. Si fermino e vengano a riferire in Aula prendendosi le loro responsabilita' di fronte al Paese. Bombardamenti e forniture di armi non fanno altro che alimentare gli stessi fenomeni che si vogliono contrastare. Praticamente è come curare un diabetico con iniezioni di glucosio."

"Il duo Ue-Usa decide di bombardare per mettere pace, con la giustificazione che tutto ciò serva a prevenire il genocidio, mentre per uguali situazioni nel vicinissimo Medio oriente non si procede certo con misure analoghe - concludono - Violenza genera violenza e l'articolo 11 della costituzione non è un optional."

Una posizione molto netta, ribadita anche dal capogruppo M5S in commissione Esteri alla Camera Manlio Di Stefano in un'intervista a La Stampa: "Noi occidentali abbiamo dato per scontato che la nostra fosse l'unica democrazia possibile. Affrontare le cause con rispetto significa interrogarsi se non ci siano altre forme di governo e di democrazia che vanno bene per i posti dove sono."

Di Stefano attacca anche gli Stati Uniti e il loro "interventismo accanito contro alcuni territori e il totale oblio di altri territori" (il riferimento è alla Palestina, ndr). Come soluzione, propone "un intervento diplomatico forte", o al massimo interventi di corpi non armati e interventi umanitari, invece dei "bombardamenti veri e propri" che "polarizzano ulteriormente le divisioni"

"Vero, sono terroristi - conclude Di Stefano - Ma siamo sicuri che ogni terrorista morto non ne nascano altri cento? Quella provocazione del Califfato di arrivare fino a Roma significa questo: più voi intervenite, più noi reagiremo."

Solo pochi giorni fa Di Stefano

era stato al centro di una polemica politica dopo aver attaccato Israele, definendo "genocidio" quello in atto in questi mesi a Gaza. Contro di lui si erano espressi portavoce delle comunità ebraiche e anche l'ambasciata d'Israele in Italia.

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