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E Stellantis cerca la pace con il governo: "Gli stabilimenti in Italia? Ci servono tutti"

L'ad Tavares ringrazia l'esecutivo per gli incentivi: "Prodotte 20mila auto in più"

E Stellantis cerca la pace con il governo: "Gli stabilimenti in Italia? Ci servono tutti"

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Segnali di distensione, rassicurazioni sulla centralità italiana nei piani del gruppo e il punto fermo che senza incentivi l'auto elettrica soffre, in questo caso la Fiat 500 a batteria prodotta a Mirafiori. E, quindi, sono indispensabili, come del resto testimonia la Germania: tolti gli ecobonus sull'elettrico, il mercato è crollato.

Carlos Tavares, ad di Stellantis, nel giorno dei conti sull'esercizio 2023, coglie l'occasione per stemperare le tensioni con il governo italiano dopo aver adombrato ripercussioni su Mirafiori e Pomigliano in caso di aiuti inadeguati. Per questo, il top manager portoghese ringrazia Palazzo Chigi per aver messo a disposizione sostegni, in vigore da marzo, a beneficio di chi vuole acquisire un veicolo con la spina. «Dobbiamo lavorare a stretto contatto con l'esecutivo italiano - uno dei segnali di riappacificazione lanciati -: l'impatto su base annuale di questi incentivi è di 20mila veicoli». Quindi, le rassicurazioni sugli impianti, fondamentali, ribadisce, «per raggiungere l'obiettivo del milione di veicoli nel 2030, ma anche prima, se saremo capaci di fare +10% ogni anno partendo da quota 750mila».

Dalle minacce su Pomigliano e Mirafiori alle rassicurazioni sul loro futuro, anche se i due siti viaggiano a velocità diverse. Nello stabilimento campano si producono Fiat Panda, Alfa Romeo Tonale e la versione destinata agli Stati Uniti. «Per questa ragione - ha spiegato il top manager - vogliamo fare più Panda, in quanto possiamo venderne molte di più». Per poi aggiungere: «E se ci saranno le condizioni, quando la Panda andrà fuori produzione nel 2026, verrà rimpiazzata da un altro prodotto». Per Mirafiori, invece, l'auspicio è che il ritorno degli incentivi (anche in Germania) all'auto elettrica rivitalizzi la produzione. «Vogliamo fare di più in Italia, amiamo l'Italia e amiamo i nostri dipendenti italiani», l'ulteriore abbassamento dei toni da parte dell'ad, da collegare anche al premio di 2.212 euro per i lavoratori del Paese, il 10% in più rispetto al 2022, su un monte bonus annuale complessivo di 1,9 miliardi

E il pressing del ministro Adolfo Urso per portare in Italia un secondo costruttore? Qui Tavares la prende larga: «Se invitiamo più produttori di auto cinesi a produrre in Europa, sarà di aiuto? Bisogna pensarci». E lancia un'ipotesi cinese, ma amica: «In Stellantis abbiamo fatto una grande mossa strategica grazie alla partnership con LeapMotor. Se avremo l'opportunità di produrre vetture di LeapMotor in Italia lo faremo, se questo dovesse avere senso da un punto di vista economico». Stellantis è dallo scorso anno azionista della Casa automobilistica cinese LeapMotor con un investimento da 1,5 miliardi che vale una quota intorno al 20%. In arrivo buy back fino a 3 miliardi.

Nel 2023, intanto, Stellantis ha segnato risultati record: i ricavi netti sono cresciuti del 6% su base annua, raggiungendo 189,5 miliardi e l'utile netto è aumentato dell'11% a 18,6 miliardi. Solida la situazione patrimoniale con 61,1 miliardi di liquidità industriale disponibile. «Questi numeri - ha commentato Tavares - sono la prova che siamo diventati un nuovo leader globale nel settore e che continueremo a essere solidi anche in previsione di un turbolento 2024».

Stellantis propone, a questo punto, di pagare un dividendo di 1,55 euro per azione ordinaria, il 16% in più rispetto all'anno precedente, con data di stacco 22 aprile 2024.

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