Ennesima dimostrazione: inadatti alla politica

Lavorare coi Cinque Stelle non è difficile. È impossibile

Ennesima dimostrazione: inadatti alla politica

Lavorare coi Cinque Stelle non è difficile. È impossibile. Perché non si è mai abbastanza grillini. Ed è anche logico, perché l'unico veramente grillino è - nomen omen - il fondatore-padrone Beppe Grillo. Lui è uno e tutti gli altri sono nessuno. Così succede che Roma diventi la rupe Tarpea dei pentastellati: ogni settimana ne precipita giù uno. L'assessorato al Bilancio, poi, è il triangolo delle Bermuda della politica a Cinque Stelle. Fuori dalla porta dell'ufficio dovrebbero mettere i cartelli che affiggono sui pali dell'alta tensione: «Pericolo di morte». Il primo è stato Marcello Minenna, super assessore al Bilancio, ex dirigente Consob, sponsorizzato direttamente da Luigi Di Maio. Fatto fuori. Giubilato dopo soli due mesi. Poi è stato il turno di Raffaele De Dominicis, ex procuratore della Corte dei Conti, silurato a pochi giorni dall'insediamento. E ora, con Salvatore Tutino, altro magistrato contabile, siamo al rifiuto preventivo: ha lasciato ancor prima di accettare perché già finito sulla graticola. Perché i grillini mettono sulla graticola tutti quelli che non sono come loro, quelli che non appartengono alla casta dell'anticasta.

Il problema è che questa ossessione maniacale per la purezza finisce col bloccare la macchina amministrativa e fare fuori i migliori candidati. I Cinque Stelle sono come quelli che non vivono la casa per paura di insudiciarla. Loro per paura di sporcarsi le mani rinunciano a fare politica, ad amministrare.

L'homo novus grillinus non esiste, non è pervenuto, è introvabile. Perché non è umano, è un'utopia, un esperimento di laboratorio a cavallo fra la scienza politica e la tecnologia. Una chimera. Ci sarà sempre qualcuno che ha preso una multa di troppo, ha sbagliato a fare la differenziata, ha fatto il tirocinio in un ufficio legale che vent'anni prima ha difeso un parlamentare del Pd o magari ha un cugino di terzo grado che è stato candidato per un qualche partito in uno sperduto paesino dell'Aspromonte. Difatti la macchina pentastellata - a più di tre mesi dalla conquista del Campidoglio - è ferma, paralizzata dalle proprie manie.

Dietro il gran rifiuto alle Olimpiadi del 2024 di Virginia Raggi, si nasconde il nulla. Non sono gli assessori o i dirigenti a non essere adatti alla politica dei Cinque Stelle, ma sono proprio i Cinque Stelle a non essere adatti alla politica. E lo hanno dimostrato.

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