Le fake news della sinistra

Chi non ha mai diffuso una fake news scagli la prima pietra, nei giorni in cui Matteo Renzi ha rilanciato la battaglia contro le bufale abbiamo voluto ripercorrere alcune delle bugie più clamorose della sinistra

Le fake news della sinistra

La lotta alle “fake news” della sinistra è la vera la madre di tutte le bufale. A rimettere il tema al centro del dibattito italiano è stato il Santo Graal dell’universo liberal, il New York Times che, in un articolo pubblicato nei giorni scorsi e citato da Matteo Renzi in apertura della Leopolda, ha lanciato l’allarme sul rischio che il voto in Italia possa essere inquinato dalle bufale. Apriti cielo. La crociata iniziata a suo tempo dalla presidente della Camera Laura Boldrini riparte dall’ex premier Renzi, nel nome della presunta superiorità morale della sinistra italiana, detentrice dell’algoritmo della verità. Ma progressisti e intellò rampanti alla Saviano hanno davvero le credenziali per farsi portavoce della battaglia contro le notizie false? Si direbbe di no, a giudicare dalle bugie diffuse in questi ultimi anni.

Saviano, le Ong e il “Fate Presto”

Roberto Saviano, intellettuale di riferimento della sinistra politicamente corretta, ha a cuore la lotta alle fake news, tanto da essersi preso la briga di girare un video in cui sostiene di “smontare 10 bufale sui migranti”. Peccato che il Il Giornale gliele abbia smontate una per una. L’ultima bugia dello scrittore riguarda la sua inutile polemica in merito al titolo - “Fate presto” - di un recente editoriale a firma del direttore de Il Giornale Alessandro Sallusti. Su Repubblica, l’autore di Gomorra scrive che “tre giorni dopo il sisma del 1980 Il Mattino titolò: ‘Fate presto’, frase diventata simbolo di sofferenza che nessun quotidiano ha più usato senza collegarla alle vittime del terremoto, nessuno tranne Sallusti, che ieri ha osato affiancarla alla vicenda di Berlusconi”. Che nessun quotidiano abbia usato quella frase è una colossale fake news. Come ricorda Sallusti, infatti, il titolo riapparse sul Sole24Ore del 10 novembre 2011. Con quel “Fate presto” a tutta pagina, il giornale di Confindustria sollecitava Napolitano e soci a fare cadere il governo Berlusconi con il pretesto dello spread alle stelle.

C’è poi la difesa d’ufficio delle Ong che operano nel Mediterraneo. Il 15 agosto 2017 Roberto Saviano era sicuro che le Ong non fossero colluse con gli scafisti. Così sicuro da raccontare a La Stampa che le voci in merito ad una presunta collusione tra associazioni umanitarie e trafficanti di uomini sarebbe frutto di “una caccia alle streghe servita a distrarre l’opinione pubblica dando la colpa alle Ong che salvavano le vite mentre la diplomazia italiana si accordava con i trafficanti con la divisa della Marina”. Un’altra ricostruzione totalmente smentita dai fatti nonché da numerose inchieste pubblicate negli ultimi mesi, non ultima quella di Report. Contatti tra Ong e scafisti sono stati denunciati, oltre che da Frontex, anche da un poliziotto della Sco che per 40 giorni è rimasto a bordo dell’imbarcazione di Save the Children e che avrebbe scoperto “i contatti tra Iuventa e i trafficanti libici”. Una vicenda sulla quale sta tutt’ora indagando la magistratura.

Laura Boldrini, la paladina della campagna #BastaBufale

Chi più di ogni altro a sinistra si è speso in prima persona nella battaglia contro le false notizie è la presidente della Camera Laura Boldrini. “Le bufale non sono innocue goliardate – ha dichiarato la presidente della Camera lo scorso febbraio durante la presentazione della campagna ‘BastaBufale’-. Possono provocare danni reali alle persone, come si è visto anche nel caso dei vaccini pediatrici, delle terapie mediche improvvisate o delle truffe online”. Ma davvero la presidente racconta sempre la verità? Non esattamente.

Intervistata da Giulia Innocenzi su Giornalettismo, per esempio, Laura Boldrini sostiene di non aver mai proposto l’abbattimento dei monumenti del Ventennio: “Ma no, ma certo che no, come potrei pensare una cosa del genere? Peraltro, anche nel mio ufficio ho un bel quadro di Sironi”. Eppure, incalzata da un partigiano dell’Anpi, non fece mistero di voler “per lo meno togliere la scritta” (Dux) dall’obelisco di Roma.

C’è poi la questione migranti. Intervistata nell’aprile 2015 su La7, Laura Boldrini afferma che i migranti che arrivano in Italia dal Mediterraneo “scappano dalle guerre”. “Vogliamo fare finta che non ci siano le guerre? - sostiene-. È ovvio che la gente scappa dalle guerre, è ovvio che ciò accada. Bisogna fare in modo che “non ci sia più la ragione per cui scappano i profughi, i conflitti”. È davvero così? Per Anna Bono, professoressa di Storia ed esperta d’Africa, assolutamente no. In un’intervista rilasciata a Il Giornale, l’esperta sottolinea: “Se parliamo di chi arriva da paesi dell’Africa subsahariana, come il Senegal, il Ghana, ma anche la Somalia e la Nigeria e altri, lì chi fugge da guerre cerca rifugio o in zone più sicure dello stesso Paese oppure in un Paese vicino, non parte per l’Europa. Il caso della Somalia è esemplare”. Anche i numeri del Ministero degli Interni smentiscono la presidente della Camera: ad ottobre, per esempio, i richiedenti asilo che hanno ottenuto lo status di “rifugiato” sono solo l’8% del totale. Se scappassero tutti dalle “guerre”, i “rifugiati” sarebbero molti di più.

Le prediche di Renzi dalla Leopolda

“Il Pd presenterà ogni 15 giorni un rapporto sulla rete di tutte le schifezze che troviamo”. Dalla Leopolda, l’ex premier Matteo Renzi ha lanciato la sua battaglia contro le bufale: dietro alle fake-news e alle campagne di odio sul web, secondo il Pd, ci sarebbe una regia unica che forse viene dall’estero e che unisce Lega e M5s. I democratici si scoprono complottisti, ma sarebbe bene riscoprissero l’autocritica di marxiana memoria.

Nel dicembre 2015, Renzi, su Repubblica, affermava che il Paese, grazie al suo governo, aveva ottenuto dei risultati strepitosi e inimmaginabili. Opinabile, ma ad un certo punto l’allora premier affermava con impareggiabile entusiasmo: “L’economia torna sù, le tasse vanno giù”. Non è così. Secondo gli ultimi dati diffusi da Bruxelles, l’Italia è al secondo posto nell’Unione europea per aumento della pressione fiscale rispetto al pil: dal 2005 al 2015 l’incremento è stato il secondo più alto d’Europa a +3,2%, più del doppio della zona euro a +1,5% e più del triplo della Ue a 28 paesi a +1%.

Sull’immigrazione l’ex premier si è persino superato. “Un anno fa la questione migrazione era un problema solo italiano e qualche specialista della paura parlava di invasione. Adesso scopriamo che è un problema europeo e che l’Europa - per la prima volta - prova (prova) ad affrontarlo, sulla base delle sollecitazioni del nostro Paese”, dichiarava nel 2015. Eppure, come ha ammesso recentemente l’ex Ministro degli Esteri Emma Bonino, le cose sono andate molto diversamente.

Renzi in cambio della flessibilità sui conti ha accettato che la questione immigrazione nel Mediterraneo ricadesse tutta sulle spalle dell’Italia. Un vero e proprio “suicidio”, consumato con la complicità di Alfano, che ha condannato l’Italia ad affrontare da sola l’emergenza migratoria.

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