Un’immigrazione “ben regolata” e sostenuta da “politiche intelligenti” rappresenta un’opportunità di sviluppo per il popolo italiano. A dirlo è il capo dello Stato, che oggi, in occasione della giornata mondiale del Rifugiato, ha visitato il Centro Astalli di Roma, il primo centro di accoglienza per i migranti aperto nella Capitale.
Durante la visita al centro di accoglienza gestito dai Gesuiti, Mattarella ha parlato dinanzi ad una platea di duecento rifugiati, accompagnati dai loro operatori. I migranti, ha detto il presidente della Repubblica, sono sempre più una risorsa ed un’opportunità per un’Italia che è sempre più “vecchia” e che per la prima volta dopo 90 anni, non cresce più in termini demografici. L’immigrazione “ben regolata e sostenuta da una politica intelligente” diventa quindi “un’opportunità di sviluppo” in questo senso. Per la prima volta dalla prima guerra mondiale, infatti, come avevano evidenziato qualche giorno fa i numeri pubblicati dall’Istat, i cittadini italiani sono diminuiti rispetto all’anno precedente. L'Italia soffre "di un tasso demografico basso", ha spiegato Mattarella ai volontari del Centro Astalli, "l'arrivo di giovani di talento e di capacità, se ben governato, arricchisce il nostro Paese", ha affermato. E per arricchimento non si intende solo quello economico, ma anche quello culturale.
L’immigrazione, ha poi detto il capo dello Stato, è un “fenomeno epocale”. Per affrontarlo ci sono due strade: quella di "far finta che non esista, illudendosi che per fermarlo basti qualche barriera ai confini tra gli Stati”, e quella di "affrontarlo e governarlo con senso di responsabilità, con politiche serie, concrete e lungimiranti, che garantiscano sicurezza”. L’Italia, ha affermato il presidente, ha scelto la seconda strada, perché la civiltà europea “è “segnata dal rispetto della persona umana” e perché "la solidarietà e il senso di rispetto della dignità della persona” sono “alla base della nostra Costituzione”. L’Europa, ha quindi aggiunto il presidente della Repubblica, deve seguire l’esempio del nostro Paese nell’affrontare le sfide poste dall’immigrazione, “le cui proposte sono in direzione di un governo congiunto del fenomeno e della collaborazione con i Paesi di origine”. C'è solo da "sperare che l'Europa voglia assumersi le proprie responsabilità", ha concluso Mattarella.
“Nessuno lascerebbe il proprio Paese se potesse vivere in pace”, ha commentato infine il presidente, dopo aver ascoltato le testimonianze di tre rifugiati: Felix, del Burkina Faso, Parvin, afghano e Aweis, un rifugiato somalo, fuggito in Italia dopo essere stato perseguitato dal gruppo jihadista somalo, Al Shabaab.
“Il drammatico flusso di bambini, donne e uomini forzati a viaggi guidati dalla disperazione richiede infatti un impegno consapevole”, ha scritto, infine, il presidente nel messaggio inviato, in occasione della giornata mondiale del Rifugiato al Delegato dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Rifugiati (UNHCR), Stephane Jaquemet. Un impegno che, secondo il Quirinale, deve essere di tre tipi: “umanitario”, “economico per disporre di risorse adeguate ad affrontare l'emergenza”, e “politico”, “per attenuare le ragioni dei conflitti e del sottosviluppo”.
“L'Italia ha ben presenti queste priorità, ed è da tempo impegnata in prima linea, determinata a continuare a fornire un contributo convinto e costruttivo, su molteplici fronti, richiedendo con forza un impegno autenticamente corale da parte della comunità internazionale, a partire dalla Unione Europea”, ha concluso il presidente.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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