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La Meloni mamma. "Il saggio di danza nel giorno del G7"

La premier si apre con Diletta Leotta: "Spiegarle gli impegni è difficile ma Ginevra mi ha molto migliorata"

La Meloni mamma. "Il saggio di danza nel giorno del G7"

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Sono Giorgia (foto), «sono una mamma». Sono anche un presidente del Consiglio, dice, tengo vertici e vedo ministri, faccio cose e affronto problemi, però per mia figlia «mi sbatto», mi do da fare, le sono accanto «quanto posso». Tra feste, recite e governo non è proprio un'impresa facile. «Partecipo alla vita di Ginevra, seguo le attività scolastiche, scrivo persino nella chat di classe. Commento, dico la mia, voto. Ricevo la solidarietà delle altre madri, anche di quelle politicamente lontane, e i rimproveri dello staff di Palazzo Chigi, che sostiene che mi espongo troppo con il cellulare, che è pericoloso. Ma il mio numero è lo stesso dal 1998, ce l'hanno tutti». Insomma, «io ci sono», anche se la presenza è un optional. Esempio, il saggio di danza. «Sapete quando l'hanno piazzato? Il primo giorno del G7, l'unica cosa che quest'anno non sono riuscita a spostare. È stato un inferno quando gliel'ho dovuto spiegare».

Tra sensi di colpa e «regole che cerco di darmi», ecco la Meloni intimistica che si racconta nel podcast di Diletta Leotta, Mamma Dilettante. Un'intervista di 42 minuti che consente alla premier di offrire la sua immagine più privata e familiare. «La maternità è un'epidemia che rivela il senso profondo della vita e ti regala la vera solidarietà tra donne. Diventare madre mi ha cambiato moltissimo, mi ha assolutamente migliorato. Ti sistema tutto, ti stabilizza, rimette le cose nelle giuste proporzioni, ti aiuta ad avere consapevolezza e coraggio. Oggi sono più pragmatica, realista, attenta a ciò che conta davvero».

Scopriamo così che Giorgia ha avuto una madre «non troppo presente, un'assenza calcolata» ma alla quale «devo tutto, mi ha insegnato che bisogna cavarsela e che la libertà è legata alla responsabilità». Ginevra ha sette anni e la storia si ripete. Guidare un governo non ti offre molto tempo libero, quindi occorre organizzarsi. Le regole, appunto. «La prima è che cerco sempre di metterla a letto io. Lei sopporta tutto però quando scatta l'ora di dormire ci devo essere io, infatti se devo andare in giro per motivi istituzionali e restare più di una notte fuori, me la porto appresso. Quello è il suo momento, se glielo togli lo vive come un tradimento». E poi un'altra. Alle recite ci devi stare, per questo sta storia del G7...».

E il welfare familiare? «C'è una persona che sta con noi da quando Ginevra è nata, poi mia madre. I nonni paterni un po' meno perché vivono a Milano». E le amiche di scuola, dove la Meloni ha trovato «tanta vicinanza» trasversale da parte delle madri. «Non so che cosa votino, come la pensino, però fanno del loro meglio per darmi una mano, ce la mettono tutta. E non perché io sia il presidente del Consiglio, lo fanno pure tra loro. Vedono il mio impegno».

Donna forte? «Beh, diciamo costretta ad essere forte. La maternità rimette a posto le tue fragilità perché il baricentro diventa un'altra persona». Che ha telefonino, tablet, tik tok. «E quando sarà più grande le leggerò Il Signore degli anelli».

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