Migranti, scontro sui ricollocamenti: ecco chi fa il furbo in Europa

I migranti della Sea Watch in Italia solo dopo che gli Stati Ue avranno ricollocati quelli promessi. Ma Malta smentisce

Migranti, scontro sui ricollocamenti: ecco chi fa il furbo in Europa

Salvini aveva un asso nella manica, come rivelato ieri dal Giornale. Sebbene Conte e Di Maio abbiano stipulato un accordo con l'Ue (e Malta) per la redistribuzione dei migranti di Sea Eye e Sea Watch, tornato dalla Polonia il leghista deve aver fatto notare ai colleghi che "l'immigrazione la gestisce il ministro dell'Interno". E che solo con una sua autorizzazione gli immigrati sarebbero potuti scendere dall'aereo che (forse) li porterà in Italia.

Per questo il vertice nella notte ha portato ad un accordo che salva capra e cavoli. Roma accoglierà formalmente 15 dei 49 migranti, ma non atterreranno charter nel Belpaese finché "l'Europa non rispetterà gli impegni presi con l'Italia". Sul piatto ci sono i 200 immigrati sbarcati tra Pozzallo e Catania questa estate. Stranieri che le capitali europee si erano impegnati a redistribuire senza poi mantenere le promesse.

Il bello è che in cima alla lista degli inadempienti ci sarebbe proprio quella Malta a cui Conte ha deciso di correre in aiuto. Dei 270 migranti sbarcati a Pozzallo il 16 luglio del 2018, dopo un lungo braccio di ferro, La Valletta acconsentì a prenderne 50. Quanti hanno effettivamente intrapreso la via verso l'isoletta nel Mediterraneo? Secondo i dati comunicati da Salvini, nessuno. Zero. Lo stesso si può dire per altri Stati Ue: Angela Merkel giurò di farsi carico di 50 stranieri, ma ne ha presi solo 23. Il Portogallo s'impegnò per altri 50 e ne ha accolti appena 19. L'Irlanda 16 dei 20 promessi. E la Spagna solo 21 su 50. L'unica a mantenere la parola data è stata la Francia, forse per impedire a Salvini di attaccare ancora la "finta solidarietà" di Macron.

Dal canto suo La Valletta respinge la ricostruzione ed esprime "sdegno e sorpresa per le false accuse" del governo nostrano. "Diversi giorni prima di questo caso (quello di Pozzallo, ndr) - si legge in una nota - Malta aveva coordinato il primo caso di ridistribuzione volontaria Ue dalla nave Lifeline" da cui Roma "si era impegnata ad accogliere 50 migranti". "Quando si è verificato questo secondo caso (Pozzallo, ndr) e l'Italia ha richiesto il sostegno per una redistribuzione volontaria intra-Ue, Malta è stata la prima nazione a rispondere promettendo di prendere la stessa quota che l'Italia si era impegnata in precedenza ad accogliere da Malta nel caso Lifeline". La compensazione dunque ci sarebbe già stata. I tecnici italiani e maltesi avrebbero infatti deciso che "ognuno dei due paesi avrebbe mantenuto 50 immigrati sul propio territorio, rispettando le rispettive quote senza effettuare concretamente lo scambio". I 50 della Lifeline sarebbero rimasti a La Valletta e i 50 di Pozzallo a Roma. Il Viminale però smentisce e definisce del tutto "falsa" la ricostruzione.

Malta o meno, l'Europa comunque predica bene e razzola (molto) male. Anche i 117 profughi sbarcati a Catania il 26 agosto scorso sarebbero dovuti essere ricollocati, eppure solo l'Irlanda ne ha presi 16. L'Italia è dunque a credito in totale di circa 200 migranti. Solo quando il debito sarà saldato, dice Salvini, ci potranno essere arrivi in nel Belpaese. "Il premier Conte ha avuto il mandato di incontrare nei prossimi giorni il Commissario europeo per l'Immigrazione e parlare della questione della redistribuzione", conferma Di Maio.

I 15 candidati è dunque possibile che alla fine rimangano lì dove sono o finiscano in un altro Stato, generando una sorta di compensazione reciproca. E così alla fine dall'Italia potrebbero partirne più di quanti ne dovrebbero arrivare.

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