I "porti chiusi" liberano Como: Salvini chiude il centro profughi

A settembre il Viminale aveva ridotto i richiedenti asilo a Como. E grazie al calo degli sbarchi ora il centro è vuoto

I "porti chiusi" liberano Como: Salvini chiude il centro profughi

Sarà solo uno tra tanti. Sarà un segnale. Ma intanto il centro di accoglienza di Como è stato chiuso. Giù le serrande e lucchetti alle porte. I richiedenti asilo che dal 2016 dormivano o transitavano nella struttura di via Regina Teodolinda non ci sono più grazie alle scelte fatte dal Viminale. "Una vittoria della Lega", esultano Salvini e Molteni.

Chi ha buona memoria ricorderà la grande crisi del 2016 che investì la cittadina sul lago: centinaia di immigrati si accamparono alla stazione ferroviaria San Giovanni nella speranza di oltrepassare il confine. Bivacchi che costrinsero l'allora governo ad aprire un centro di "permanenza temporaneo" di fronte alla stazione dei treni. Oltre trecento posti letto per i migranti gestiti dalla Croce Rossa che provocarono le proteste dei residenti e della Lega. Salvini in persona, allora "solo" leader del Carroccio, andò sul posto indossando la maglietta "Libera Como". "Ci sarà un segnale chiaro - disse la segretaria cittadina, Alessandra Locatelli - Chiuderemo il centro di via Regina". Ci sono voluti due anni, lo sbarco del leghista al Viminale, ma alla fine la struttura di accoglienza chiude ufficialmente i battenti.

Le prime avvisaglie si erano avute già nei mesi scorsi. A dirlo è un rapporto pubblicato dallo stesso comitato provinciale della Cri. "Il 13 maggio 2018 – scriveva Roberto Ciriminna, coordinatore al campo –le presenze al Centro, nei cinquanta moduli abitativi allestiti, sono 156, di cui 6 persone provenienti da sbarchi (si tratta in prevalenza di famiglie o coppie). Nelle ultime settimane le presenze al campo sono diminuite sensibilmente: se pensiamo che il centro ospitava nei mesi 'caldi' oltre 300 persone, ora il dato 'medio' è il seguente: circa 120 uomini, 25 donne, 5 minori non accompagnati e 3 nuclei famigliari". Nel novembre 2016, il centro aveva fatto registrare il record di presenze con 371 ospiti, diventati 310 nel luglio 2017. Numerose le risse e gli interventi delle forze dell'ordine.

Il centro era grande: 50 moduli abitativi prefabbricati (climatizzati e con riscaldamento) da sei persone ciascuno, cui vanno aggiunti moduli con la lavanderia, servizi igienici e docce, un’infermeria e per il servizio di mediazione legale e culturale. Ma le politiche nazionali di chiusura dei porti e il calo degli sbarchi hanno ridotto automaticamente anche gli arrivi a Como. Così il mese scorso Salvini non aveva rinnovato il contratto di gestione dei servizi e a settembre, su indicazione del Viminale, il numero di immigrati era stato ridotto: primo passo verso la definitiva chiusura. Che oggi è diventata realtà (con i migranti spostati altrove).

"È la conferma che passiamo dalle parole ai fatti”, dice il ministro dell’Interno. "Abbiamo dimostrato di saper mantenere la parola", commenta il sottosegretario all’Interno Nicola Molteni. "La chiusura del Centro di accoglienza di Como è una vittoria del governo e della Lega, vittoria resa possibile anche dalla drastica diminuzione degli sbarchi: meno 90mila arrivi rispetto all’anno scorso. E si sono ridotte anche le riammissioni dalla Svizzera.

La nostra attenzione per Como non finisce qui, visto che abbiamo appena confermato l’arrivo di dieci nuovi poliziotti. Siamo coerenti e orgoglioso del lavoro fatto in soli cinque mesi di governo".

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