Testamento biologico, scontro tra i deputati cattolici e l'alleanza Pd-M5S

Il Pd punta a chiudere in fretta la discussione sul testamento biologico, ma i deputati cattolici accusano dem e grillini di ignorare gli emendamenti ed evitare il dibattito. L'appello di Pro Vita: "Ritirate la proposta di legge sulle Dat"

Testamento biologico, scontro tra i deputati cattolici e l'alleanza Pd-M5S

La riunione di stasera della commissione Affari Sociali della Camera sarà decisiva per la proposta di legge sul testamento biologico, che è pronta ad approdare in Aula della Camera il prossimo lunedì 27 febbraio. Si va in notturna perché il Pd, in alleanza inedita con i deputati grillini, punta a chiudere in fretta la discussione. Al centro del dibattito di stasera ci sarà, infatti, proprio il nodo centrale della proposta di legge, quello contenuto nell’articolo 3, che riguarda le Dat, ovvero le disposizioni anticipate di trattamento. Ma i deputati cattolici accusano il Pd di voler “tagliare” il dibattito, dopo che i democratici hanno presentato un emendamento per riformulare proprio l’articolo 3, che non modifica il testo nella sostanza ma che, per usare il gergo tecnico, ha avuto un effetto canguro, cancellando tutte le proposte di emendamento presentate finora.

Lo scontro tra deputati cattolici e l'alleanza tra grillini e dem

Le modifiche al testo proposte dai deputati di area cattolica, contrari al fatto che idratazione e nutrizione vengano considerati come trattamenti sanitari da poter interrompere secondo la volontà del paziente e al vincolo per il medico di eseguire le disposizioni anticipate del malato, non verranno quindi discusse. È questa l’accusa rivolta alla relatrice dem Donata Lenzi dagli stessi deputati cattolici, che in un comunicato congiunto, minacciano, per questo, di abbandonare in blocco l’aula della commissione. “Il Pd e il M5S usano modalità prevaricatrici e non rispettano i regolamenti”, ha detto a ilGiornale.it il deputato della Lega, Alessandro Pagano, “loro si appellano al fatto che un comitato ristretto ha prodotto la piattaforma legislativa dalla quale è scaturito questo testo, ma noi sappiamo bene che le leggi si fanno in commissione e quindi non si può non tenere conto del contributo di tutti”. Per Pagano, su un tema come quello del testamento biologico, c’è, quindi, bisogno di un dibattito serio e non di decisioni frettolose. Dello stesso parere Eugenia Roccella, deputato di Idea, che accusa il Pd di voler “arrivare velocemente in aula” senza un “dibattito disteso in commissione”.

Roccella: "Accelerazione sulle Dat è manovra di Renzi per spaccare la maggioranza"

“In questo momento c’è una maggioranza alternativa in commissione, che condivide la stessa posizione, composta da Sinistra Italiana, Pd e M5S, con i grillini che sono tra i più radicali, vedremo che cosa accadrà in aula”, ha detto a ilGiornale.it la deputata di Idea, che nell’accelerazione improvvisa sulla proposta di legge da parte del Pd, ci vede anche lo zampino di Matteo Renzi, e una manovra dell'ex premier per creare una spaccatura nella maggioranza ed andare subito al voto. “Io personalmente sospetto che dietro questa accelerazione ci sia stata, soprattutto all’inizio, la volontà di Renzi di arrivare ad un incidente parlamentare, insomma a creare dei problemi tra Ncd e il Pd, per mettere in difficoltà la legislatura ed arrivare alle elezioni”, ha detto la deputata a ilGiornale.it, “adesso la situazione è un po’ più complicata, ma la volontà del Pd di arrivare così velocemente in aula scavalca completamente gli equilibri della maggioranza”.

L'appello di Pro Vita: "Ritirate la proposta di legge sulle Dat"

E dopo il caso di Dino Bettamin, macellaio di Montebelluna, nel trevigiano, che malato da cinque anni di Sla, ha chiesto l’accompagnamento alla morte con una “sedazione palliativa” e gli appelli a favore dell’eutanasia di Dj Fabo, l’ex dj trentanovenne rimasto cieco e tetraplegico dopo un incidente stradale, oggi, in una conferenza stampa alla Camera organizzata dalla Onlus Pro Vita, per chiedere il ritiro della proposta di legge sulle Dat sono intervenuti Sylvie Menard, ricercatrice oncologica affetta da tumore al midollo osseo, Max Tresoldi, risvegliatosi dal coma dopo dieci anni, Sara Virgilio, uscita da un coma dal quale vi erano piccolissime probabilità di risveglio, Roberto Panella, risvegliatosi dopo tre mesi dallo stato vegetativo e Pietro Crisafulli, fratello di Salvatore Crisafulli, risvegliatosi dal coma dopo due anni. “Il testamento biologico non ha nessun senso se fatto da sano perché nessuno sa come reagirà davanti alla malattia, e probabilmente vorrà cambiare queste disposizioni”, ha detto la dottoressa Menard, collaboratrice di Veronesi, sostenitrice per anni dell’eutanasia, che ha cambiato idea dopo essersi ammalata di tumore. “Dietro l’eutanasia vi è tanto egoismo, molti profitti per le cliniche, risparmi per le assicurazioni e i sistemi sanitari nazionali e soprattutto una mentalità eugenetica per la quale chi è di peso va eliminato”, denuncia Toni Brandi, di Pro Vita. Tutti hanno raccontato le loro battaglie contro il parere dei medici e della scienza che li dava per spacciati.

Battaglie che, alla fine, hanno vinto loro, come quella dei genitori di Max Tresoldi, che contro il giudizio dei medici e senza nessun tipo di assistenza da parte dello Stato, per dieci anni hanno accudito a casa il figlio, ridotto come un vegetale dopo un incidente stradale che gli aveva provocato lesioni gravissime al cervelletto. Nessuno avrebbe scommesso sul suo futuro. Invece ora Max saluta i giornalisti assieme alla madre dalla sedia a rotelle e mostra un cartello con il suo messaggio: “È bello vivere se ci sentiamo amati”.

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