Dopo la cura settennale di Quirinal, farmaco assai più efficace del Gerovital, Giorgio Napolitano è tornato fresco e pimpante come 'nu guaglione.
Una decina d'anni fa lo vedevi accasciato sulla storia pesante da cui derivava. Ora invece è ringiovanito, perfino i nei che punteggiano il suo volto sembrano fosforescenti come le luci di Posillipo sul mare. Lo scuorno di questi giorni per le intercettazioni, poi, lo ha tonificato, infondendogli una vis polemica che non conoscevamo nel moderato compagno partenopeo con la bocca a cuoricino.
Ieri alla cerimonia del Ventaglio, davanti alla Casta stampata, Napolitano si è autodifeso e perfino autoelogiato come mai era capitato. Ma ha espresso, con rispetto parlando, un nonsenso.
Confutando l'opinione diffusa che lui avrebbe introdotto un «presidenzialismo di fatto», ha detto di aver osservato scrupolosamente la Costituzione, «al millimetro». Ma appunto per questo, presidente, il suo presidenzialismo si chiama di fatto e non di forma; lei non ha violato la lettera della Costituzione ma ha svolto di fatto un ruolo debordante nel pilotare la crisi e surrogare un governo, nell'intervenire sui partiti e sulle istituzioni, oltre che nel protagonismo mediatico quotidiano.
Lei dirà che altri, come Scalfaro, l'avevano già fatto, e in quanto a protagonismo Pertini e l'ultimo Cossiga non furono da meno. Ma dopo il crollo della politica, è sorto un semi-presidenzialismo di fatto. Potremmo definirlo paragollismo presidenziale, se non la disturba una certa sgradevole assonanza...
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