Il sesso è ancora la bestia nera della Chiesa e il primo argomento di lacerazione tra i cattolici, tra i devoti e l'istituzione, tra i sacerdoti stessi, come dimostrano le attuali polemiche cardinalizie. Papa Francesco deve barcamenarsi tra chi vuol restare fedele alla tradizione della Chiesa, che non ammette sesso fuori dalla procreazione, matrimonio fuori dalla coppia uomo-donna, figli fuori dalla famiglia tradizionale, sacramenti per chi rompe il patto nuziale e chi invece vuole andare incontro ai tempi e alle sue mutazioni.
La Chiesa non può essere imbalsamata in un rigore assoluto che prescinde dalle persone, perché verrebbe meno al suo realismo e alla sua umanità; ma non può nemmeno inseguire i tempi, le sue mutazioni, anche genetiche, il consenso dei media e del politically correct. Allora l'unica strada è il rigore nei principi e la duttilità nelle sue applicazioni; ovvero coerenza con la sua visione naturale e soprannaturale e poi capacità di calarsi nell'umanità e nelle sue contraddizioni, con indulgenza e comprensione, pur non venendo meno al ruolo severo di educatrice e maestra di retta vita.
Non si può irrigidire il confine tra buoni e malvagi, fissando in categorie generali i salvati e i dannati, ma si devono graduare i giudizi e le aspettative, capire le infinite modulazioni dell'anima umana e dei comportamenti. Vorrei un Papa e una Chiesa che fossero fermi sui principi e misericordiosi davanti alla vita di ciascun uomo. Fedeltà senza fanatismo, carità senza demagogia.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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