Cultura e Spettacoli

Gli Elii vanno in pensione dopo quarant'anni di risate

Si scioglie la band che ha incarnato il lato colto della goliardia e il lato goliardico della cultura musicale

Gli Elii vanno in pensione dopo quarant'anni di risate

Anche gli Elii hanno un limite. Va in pensione la band che è stata nello stesso tempo il lato colto della goliardia e il lato goliardico della cultura musicale. «È importante capire quando è ora di dire basta e passare ad altro» ha confermato alle Iene (ma anche al Messaggero) Stefano Belisari detto Elio proprio come il protagonista della sua prima canzone composta quando studiava flauto traverso al Conservatorio di Milano. Fine anni Settanta. Il primo concerto di Elio e Le Storie Tese fu nel 1980 a una festa di pensionati milanesi (proprio così, non è una leggenda). Da lì in avanti sono diventati famosi coram populo e non certo per magheggi discografici oppure per strategie di marketing o scandaletti gossipari. Hanno suonato ovunque, non solo nei bei locali della Milano da bere come il Magia Music Meeting o lo Zelig ma anche in piccoli eventi di provincia come a Borgomanero o alla Rockoctober Fest di Alessandria. Centinaia di concerti senza un album da promuovere, senza una canzone in classifica, senza aver partecipato a un talent show o, almeno, a una prima serata tv. Semplicemente grazie al passaparola e ai tanti bootleg (registrazioni pirata) dei loro concerti che testimoniavano esibizioni trascinanti, divertenti e, soprattutto, suonate benissimo. Ed è per questo che, pur cantando della pornostar John Holmes che «soffriva le pene per colpa del pene», Elio e Le Storie Tese sono riusciti a convincere tutti, non solo il pubblico. L'ironia quando sposa la qualità è imbattibile. In tanti anni di gavetta, Elio e le sue Storie Tese (nome preso adattando il verso della canzone Eptadone degli Skiantos) sono diventati l'ultimo grande fenomeno cercato dai discografici a furor di popolo e, anche per questo, rimarranno nella storia della musica. Poi, certo, gli Elii hanno confermato la fiducia a suon di successi. Nelle cinquanta sfumature di grigio del nostro pop, sono sempre stati quella imprevedibile, spensierata ma pensierosa, colta eppure comprensibile anche al Bar Sport. Per carità, si diceva da un bel po' che la «miglior band italiana di tutti i tempi» forse al capolinea per tanti motivi, alcuni dei quali oggettivi (dopo 37 anni anche il più resistente dei matrimoni può incrinarsi) e altri assai soggettivi (nel senso che ciascun soggetto della band ha altri interessi). E anche nella loro ultima esibizione al Festival di Sanremo 2016 si erano presentati come separati in casa, con Rocco Tanica oltretutto impegnato a tenere un siparietto proprio all'interno dello show. Però il pregio/difetto di Elio e Le Storie Tese è sempre stato quello di non farsi prendere troppo sul serio quindi anche oggi, nonostante l'annuncio sia stato corroborato da un comunicato ufficiale, qualcuno crede o spera che sia soltanto l'ennesima provocazione e che poi tutto ritorni come prima. È molto difficile. Senza dubbio il loro concerto del 19 dicembre al Forum di Assago si presenta come «definitivo», quello nel quale si passerà in rassegna la storia di una band inimitabile, saranno invitati ospiti e amici e l'inevitabile malinconia si scioglierà nel divertimento surreale, nelle provocazioni, nelle divagazioni musicali magari anche di altissimo livello. E poi, quasi a confermare che davvero siamo alla fine, domani esce quello che è stato annunciato come il loro ultimo singolo, Licantropo vegano, che sarà disponibile anche in una versione 45 giri da collezione. «Ci vuole l'intelligenza di capire di essere fuori dal tempo. Youtuber, influencer, rapper: queste sono le persone che oggi parlano ai giovani», ha detto Elio alle Iene di Italia Uno. Dopo una carriera brillante, un addio invidiabile, se non altro perché è difficile trovare un artista che metta la parola fine mentre ha ancora tutti i riflettori addosso. Però in fondo è giusto così e lasciate perdere piccoli e recenti capolavori come Canzone mononota (Sanremo 2013). Ci sono canzoni che oggi per Elio e Le Storie Tese è difficile cantare restando credibili. Ad esempio Servi della Gleba. Oppure Mio cuggino oppure Nubi di ieri sul nostro domani odierno con quel «dirigibile marrone senza elica e timone dentro me».

Insomma la goliardia ha un tempo massimo ed Elio e le Storie Tese l'hanno capito, staccando la spina allo stesso modo con la quale l'avevano attaccata: con naturalezza, quasi fosse l'unica cosa giusta da fare per non prendere anche loro la residenza nella Terra dei Cachi.

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