Zampa destra tesa verso il cielo con stentoreo e virile - pardon animale - gesto. Camerata Simba! Presente. Sì, avete capito bene, il Re leone è fascista. Lo ha scritto il Washington Post. Anche se a questo punto avrebbero potuto chiamarlo direttamente il Duce Leone. Giusto per essere chiari. Qualche giorno fa il prestigioso quotidiano americano ha pubblicato un editoriale che non lascia dubbi: il remake del celebre cartone animato della Disney, non è nient'altro che una larvata metafora della società fascista. «Il film - scrive Dan Hassler-Forest, docente all'università di Utrecht - presenta una visione del mondo seducente in cui il potere assoluto non viene messo in discussione e il debole e il vulnerabile sono fondamentalmente inferiori. In altre parole: Il Re Leone ci offre un'ideologia fascista scritta a lettere cubitali, e non c'è una via d'uscita ovvia per il remake».
Il passo successivo è sostenere che i giovani d'oggi votano Salvini perché vent'anni fa mamma e papà li hanno portati al cinema a vedere il cartone della Disney. Il professor Hassler non arriva a tanto, ma forse solo perché non conosce Salvini. E per fortuna che il simbolo di Casapound sono le tartarughe, altrimenti sai che casino. Ma Hassler fa di peggio: arriva a sostenere che le iene «con i loro accenti di strada codificati etnicamente simboleggiano stereotipi razzisti e antisemiti» e, ovviamente, anche omofobi. Sì, sì, non vi state sbagliando. Sta parlando di un cartone animato, non del Mein Kampf. Speriamo solo che i figli al cinema li porti sua moglie...
Il problema è che Hassler non è un pazzo isolato, ma solo l'ultimo epigono di una serie di pompieri del politicamente corretto che vorrebbero ridurre tutto a una dittatura culturale. Povera, arida, molto poco creativa. Sono partiti dalla politica e sono arrivati alle favole. «Il film incorpora una visione del mondo in cui il potere dei governanti deriva dalla loro superiorità biologica».
Grazie caro Hassler, è un film il cui personaggio principale è un leone. Lo vada a dire alla gazzella che il mondo non è dei più forti. Ma forse non sa nemmeno quella storiella lì. Sarà stata troppo politicamente scorretta.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.