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Neanche la Bongiorno riesce a salvare Conte

Alla fine Conte paga il conto per intero. Nessuno sconto dalla Corte di giustizia federale al tecnico bianconero: confermata la squalifica di dieci mesi per lo scandalo scommesse. Nemmeno l'ingaggio di una top player delle aule di giustizia, come Giulia Bongiorno, è servito alla causa. In apparenza, perché la Juventus non ci sta: Andrea Agnelli parla di caccia alle streghe. Antonio Conte è il capro espiatorio, il pensiero bianconero. Inevitabile il ricorso all'ultimo grado della giustizia sportiva il Tnas del Coni, Tribunale nazionale arbitrale per lo sport. Poi rimarrebbero comunque Tar del Lazio e Consiglio di Stato. Agnelli dice che la misura è colma di fronte a «una vittoria giuridica lampante».
Il riferimento è al proscioglimento di Conte riguardo alla presunta combine per Novara-Siena. Infatti la Cgf ha ridotto da due a uno i reati contestati a Conte, però la squalifica è rimasta intatta anche per i fatti relativi solo ad Albinoleffe-Siena. Sarebbe stato logico aspettarsi uno sconticino, ma solo le motivazioni potranno spiegare. Non aiuta nell'interpretazione della sentenza neanche la riduzione da otto a sei mesi della squalifica di Angelo Alessio, il vice di Conte.
E le considerazioni di Piero Sandulli, uno dei giudici, aprono altri interrogativi: «A Conte è andata bene, in uno dei due casi gli è stata data ragione. Nell'altro se fosse stato chiesto l'illecito sportivo, erano tre anni di squalifica». Sandulli rivela che la Cgf ha ritenuto «poco logico che un allenatore esperto come Conte dicesse nello spogliatoio “questa la pareggiamo”». Lo stesso giudice, che presiedeva la corte nello scandalo Calciopoli, spiega invece su Albinoleffe-Siena: «Più che sull'omessa denuncia si poteva ipotizzare qualcosa di diverso. C'erano parecchi elementi... L'illecito sarebbe stato accolto? Non so, ma sarebbe stato più coerente». Suona come una frecciata al Procuratore federale, Stefano Palazzi. Oltre a un'eventuale maggiore gravità del reato, come fa intendere Sandulli, rispetto a quella partita ha pesato il patteggiamento di Stellini, l'assistente di Conte. Quindi si è confermato che lui «non poteva, non sapere» come detto da Filippo Carobbio. Ma il pentito «divino» non è stato ritenuto credibile nel racconto della famosa riunione tecnica di Novara-Siena: è la prima volta che viene smentito dai giudici. E questo è un merito dei legali di Conte che hanno «demolito» la figura di Carobbio. Ma non è bastato. Comunque la riduzione a un solo reato può essere un vantaggio in vista del Tnas. Tolta l'accusa più «pericolosa» quella di essere entrato in uno spogliatoio parlando di pareggio accordato, si può sperare perché storicamente è in terzo grado che avvengono le riduzioni più generose.
A Palazzi resta lo smacco del Carobbio «smentito» e di tutti i ricorsi della procura federale respinti. A partire da quelli di Bonucci e Pepe, prosciolti anche in secondo grado. Bocciata, in questo caso, la credibilità di Andrea Masiello sulla quale puntava Palazzi. E niente squalifica anche per Di Vaio in merito a Bologna-Bari. La procura federale deve incassare pure il proscioglimento del presidente Camilli e la riammissione del Grosseto in serie B. Un capolavoro dell'avvocato Grassani. Parzialmente accolto invece il ricorso del Novara che riduce a un punto la penalizzazione.

Bocciato invece quello del Lecce che quindi aprirebbe al ripescaggio del Vicenza nel torneo cadetto. Oggi la Federcalcio e la Lega di B si riuniranno a Roma per ridisegnare i calendari. Ma incombe il Tnas. Presto per mettere la parola fine allo scandalo.

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