Vertice con Berlusconi, il Pd contro Renzi: "Mai un pregiudicato nella sede del partito"

A giorni il faccia a faccia. Il Pd attacca Renzi: "Non trattare col Cav". Ma il segretario insiste: "Impossibile non considerare Forza Italia"

Vertice con Berlusconi, il Pd contro Renzi: "Mai un pregiudicato nella sede del partito"

La luna di miele di Matteo Renzi è già finita. Gli saltano già tutti al collo. Ad alzare i toni dello scontro è Alfredo D’Attorre. Nelle ultime ore l'esponente dell’ala bersaniana ha sollecitato il segretario ad avere grande cautela nei contatti sulla legge elettorale con Silvio Berlusconi. "Immagino che Renzi sarà cauto su mosse che possano resuscitare politicamente Berlusconi - ha detto il deputato ai cronisti in Transatlantico - e che non incontrerà un pregiudicato nella sede del Pd". Dichiarazione di fuoco che rigettano il partito nel caos pre primarie.

Nella direzione di domani gli esponenti dell’area vicina a Gianni Cuperlo chiederanno a Renzi di dire "finalmente una parola chiara" a sostegno del governo Letta, "perché è il suo governo, innanzitutto". Va bene pungolare l’esecutivo, "incalzarlo" perché non si lasci risucchiare dalle sabbie mobili delle trattative, ma ribadirne ad ogni piè sospinto l’immobilismo equivale a logorarlo, spiegano esponenti della sinistra piddì a Montecitorio. Ma l’atteggiamento nei confronti del governo non è l’unico elemento di critica nei confronti del segretario. La legge elettorale, che domani sarà al centro della riunione dei 120 membri della direzione, è "sbagliata nel metodo prima ancora che nel merito". Nel metodo, perché trovano "controproducente" porsi una dead line come il 27 gennaio se "al 15 gennaio non c’è ancora un testo condiviso in prima commissione". Nel merito perché, detto fuori dai denti, ai democratici proprio non va giù che il segretario del Pd si veda con Berlusconi - il nemico di sempre che, con l'aiuto della magistratura, sono riusciti a cacciare dal parlamento - e con Berlusconi tratti una riforma condivisa.

Eppure, mentre si raffreddano i rapporti con gli alfaniani del Nuovo centrodestra, Renzi ha voluto incontrare Denis Verdini, già sentito nei giorni scorsi al telefono. E l’emissario di Berlusconi avrebbe consegnato al segretario piddì la risposta ufficiale di Forza Italia: disponibili a un accordo sul sistema spagnolo. La soluzione ispanica spaccherebbe la maggioranza e, soprattutto, il Pd. L'ala più a sinistra di via del Nazareno ha, infatti, già indicato nel doppio turno di coalizione il sistema migliore. "La Consulta - spiegano dai vertici del Partito democratico - ha dato vita a un sistema che, con le preferenze, ridà ai cittadini il potere di scelta. A questo punto sarebbe da stupidi fare passi indietro con accordi con Berlusconi per sistemi che mettono il segretario nella condizione di scegliersi i parlamentari". Eppure Renzi non intende affatto accantonare la proposta di Verdini. Né intende accantonare il dialogo con il Cavaliere, con cui non esclude un incontro. Perché, ribadisce, l’obiettivo è "portare a casa" una legge con il più ampio consenso. Un presupposto per niente condiviso dalla maggioranza del partito. "Se siamo seri - spiega ai microfoni del Tg5 - non possiamo non considerare quello che dice Forza Italia".

Al momento nell'agenda di Renzi non sarebbe stato ancora fissato l'incontro con Berlusconi. Tuttavia, fonti vicine al quartier generale di Forza Italia riferiscono che il faccia a faccia potrebbe però esserci entro il prossimo fine settimana. È bastata l'ombra dell'incontro per mandare in escandescenze il partito e a far salatare la tregua armata. I primi ad alzare la voce sono stati i bersaniani. "Immagino che Renzi sarà cauto su mosse che possano resuscitare politicamente Berlusconi - ha tuonato D'Attorre - e che non incontrerà un pregiudicato nella sede del Pd".

Secca la replica della senatrice Isabella De Monte, membro della Direzione piddì: "Abbiamo fatto un governo con Berlusconi, incredibile che oggi si contesti un dialogo con Forza Italia, come con tutti gli altri partiti, sulla legge elettorale". Ma la spocchia di D'Attorre è sicuramente condivisa da un'ampia fetta del partito.

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