Calcio

Gravina pompiere sul caso Acerbi: "Decisione che tutti devono accettare"

Il presidente della Federcalcio torna sulle polemiche relative alla mancata squalifica del difensore dell'Inter dopo gli insulti razziali nei confronti di Juan Jesus. A margine del consiglio federale c'è anche spazio per il caos all'interno dell'Aia e la richiesta delle squadre di Serie A di avere autonomia del resto del sistema calcio

Gravina pompiere sul caso Acerbi: “Decisione che tutti devono accettare”

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Le polemiche relative alla decisione di assolvere Acerbi dalle accuse di insulti razziali lanciate nei confronti di Juan Jesus continuano a sconvolgere il mondo del calcio italiano. Dopo la reazione del Napoli, che ha deciso di non mettere sulle maglie la patch anti-razzismo della Serie A, è lo stesso presidente della Federcalcio Gabriele Gravina ad intervenire. Durante la conferenza stampa dopo il consiglio federale, invita tutti ad accettare il verdetto del giudice, anche chi consideri questa decisione ingiusta. La polemica non è che l’ultima gatta da pelare per il numero uno del calcio italiano, che è anche intervenuto sul caos dell’Associazione Italiana Arbitri e sulle mosse dei club di Serie A per ottenere maggiore autonomia dal resto del sistema calcio.

“Vicino umanamente a Juan Jesus”

Viste le polemiche al calor bianco in questa pausa per le nazionali, Gravina è costretto ad affrontare subito il caso Acerbi, richiamando tutti all’ordine in maniera piuttosto netta: C’è una decisione del giudice che tutti devono accettare, compreso chi non si sente soddisfatto. Io accetto il verdetto e sul piano umano non mi esimerò dall’abbracciare Acerbi quando lo vedrò”. In quanto alla decisione di escludere il difensore dell’Inter dalla mini-tournée negli Stati Uniti che ha visto l’undici di Spalletti battere sia il Venezuela che l’Ecuador, Gravina prova a dare un colpo al cerchio e uno alla botte: Noi abbiamo appreso di una verifica del giudice sportivo, voi sapete che era convocato in Nazionale e in via precauzionale per evitare forme di distrazione lo abbiamo lasciato a casa”.

Acerbi e Juan Jesus

Per policy interna ha dato le sue motivazioni e noi crediamo alle parole di Acerbi, chi indossa la maglia azzurra si esprime con certi valori. Sappiamo che è un bravo ragazzo e quello che ha dato”. In quanto alle proteste di chi ritiene la decisione ingiusta nei confronti del difensore del Napoli, le cui parole non sono state ritenute sufficienti per squalificare Acerbi, Gravina torna conciliante: Sempre senza entrare nel merito della decisione dal punto di vista giuridico, sono vicino umanamente a Juan Jesus, ribadendo l’impegno della Figc da sempre e concretamente in campo nella battaglia contro il razzismo”. Belle parole ma basteranno a spegnere le polemiche?

“Autonomia Serie A? Complicata”

Le questioni sul tavolo di Gravina sono parecchie, a partire dal caos all’interno dell’Aia, cosa che ha costretto il presidente della Federcalcio a puntualizzare alcune cose: Daniele Orsato non si è mai permesso di chiedermi il commissariamento dell'Aia, ha solo evidenziato legittimamente un'insicurezza nell'arbitrare certe partite perché puntualmente il conflitto di politica interna genera tensioni che ricadono sugli arbitri”. Una questione solo all’apparenza formale, visto che le voci su una possibile entrata a gamba tesa di Orsato erano circolate nelle settimane scorse. Al momento, comunque, il Coni ha già nominato un commissario ad acta per l’associazione degli arbitri, cosa che ha spinto Gravina a invitare il presidente Aia a sospendere ogni forma di campagna elettorale per la presidenza”.

Lorenzo Casini Serie A

Ancora più spinosa la questione relativa alla richiesta dei club di Serie A di ottenere più autonomia dal resto del sistema calcio. Qui Gravina sembra non volersi sbilanciare troppo, in un difficile gioco di equilibrismo: Non conosciamo i contorni di questa richiesta di autonomia. Il presidente Casini ritiene che questo percorso porterà grande forza alla Lega e noi ce lo auguriamo, perché i vantaggi della Serie A generano un effetto su tutto il calcio italiano, ma lo ritengo un percorso particolarmente complesso. Non sono un giurista, ma so che c'è una commissione di giuristi importante che si dedicherà a questo. Io l'ho appreso oggi”. Meno chiaro, invece, quando parla del modello Premier League, che a suo dire non sarebbe “in linea con le aspettative della Serie A”.

manchester city

Sembra evidente che i club di Serie A vogliano ripercorrere il cammino intrapreso nel 1992 dalle squadre del massimo campionato inglese, sganciandosi dal resto della piramide del calcio per amministrare i diritti televisivi in proprio ma, a sentire Gravina, i club non vorrebbero che la Federcalcio avesse ancora “diritto di veto” sulle questioni fondamentali. Più che la lettura storica discutibile, non è chiaro se, effettivamente “ci sfugga qualcosa” o se stia minimizzando quello che sembra una lotta molto serrata per garantire alla Serie A la possibilità di decidere autonomamente del proprio futuro.

Al momento sembra regnare la massima confusione, cosa che non può che preoccupare gli appassionati di calcio del Bel Paese.

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