Cronache

"Salvini istiga a delinquere": ma il pm smentisce la Rackete

I legali del capitano della Sea Watch chiedono il riconoscimento del reato di istigazione a delinquere

"Salvini istiga a delinquere": ma il pm smentisce la Rackete

Dopo aver ottenuto il rinvio a giudizio per il suo nemico numero uno Matteo Salvini, Carola Rackete, tramite i propri legali, rilancia ancora e tenta di arrivare addirittura alla contestazione del reato di istigazione a delinquere.

L'ex capitano della Sea Watch, dopo aver speronato le navi della guardia di finanza, non aveva accettato che fossero mosse critiche al suo operato, men che meno da parte dell'allora ministro dell'Interno, forte oppositore della politica di immigrazione ad oltranza gestita dalle cosiddette Ong, il quale aveva osato attaccarla esplicitamente. Il legale della Rackete, ovvero l'avvocato Alessandro Gamberini, ha deciso di trascinare nuovamente in tribunale il leader del Carroccio, portando come prova alcune affermazioni fatte da quest'ultimo nel corso di una diretta Facebook e di un comizio del luglio 2019: i termini "sbruffoncella", "fuorilegge", "delinquente" e autrice di un atto "criminale" riferiti al capitano della Sea Watch sarebbero sufficienti per avanzare una richiesta di incriminazione per istigazione a delinquere.

Il gup di Milano Sara Cipolla dovrà occuparsi della vicenda, ed ha chiesto qualche giorno per analizzare le carte e decidere rispetto all'opposizione all'archiviazione avanzata proprio dalla difesa di Carola Rackete. I legali della 33enne attivista di nazionalità tedesca ritengono "le frasi, pronunciate dall'allora ministro oltre che leader politico, lesive e non certo un legittimo diritto di critica".

Di parere diametralmente opposto la difesa di Matteo Salvini: l'avvocato Claudia Eccher ha infatti consegnato in tribunale una memoria per sottolineare ancora una volta "il diritto di critica rispetto ad affermazioni prive di una efficacia istigatoria". Il giudice per le udienze preliminari Sara Cipolla deciderà, quindi, se disporre l'archiviazione, chiedere nuove indagini sulla vicenda o determinare l'imputazione coatta per l'ex ministro dell'Interno Matteo Salvini, atteso per la giornata di domani a Catania per il caso Gregoretti. Nell'aula di Bicocca, il gup Nunzio Sarpietro dovrà pronunciarsi sulla richiesta di rinvio a giudizio per il reato di sequestro di persona."Mi sembra che l’Italia sia l’unico Paese dei 27 dell’Unione Europea a mandare a processo un ministro per un atto di Governo. Ho cercato documentazione", ha dichiarato il leader del Carroccio alla vigilia del processo, "ma non l’ho trovata in nessun altro Paese europeo, un ministro portato a processo per aver fatto quello che aveva promesso in campagna elettorale. Se non è un processo politico questo, ditemi di cosa si tratta".

Il pm chiede l'archiviazione

Durante l'udienza di stamani, il pubblico ministero Giancarla Serafini ha ribadito la propria richiesta di archiviazione per l'accusa di istigazione a delinquere, non avendo rilevato nei due discorsi incriminati tenuti dal segretario della Lega alcuna connessione col reato contestatogli dai legali della Rackete."Il pm Serafini questa mattina ha spiegato in aula come il comportamento di Salvini non potesse in alcun modo configurarsi come istigazione a delinquere", ha dichiarato ai microfoni di LaPresse l'avvocato di Salvini Claudia Eccher."Noi ci siamo affidati con ossequio alla magistratura, confidando che accoglierà le nostre richieste che vanno nel senso della piena assoluzione", ha concluso.

Secondo il pm Serafini, invece, è ravvisabile il reato di diffamazione, per il quale lo stesso ex vicepremier è stato rinviato a giudizio ed attende ora la comunicazione della data relativa alla prima udienza.

Circa l'istigazione a delinquere, il giudice Cipolla si è presa qualche giorno per decidere come agire.

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