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Quei filopalestinesi del cerchio magico della Schlein

Dentro il Pd, tra i fedelissimi della Schlein, vi sono esponenti che si sono spesi (forse troppo) a favore della Palestina

Quei filopalestinesi del cerchio magico della Schlein

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I filopalestinesi del cerchio magico della Schlein

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Oggi Elly Schlein non prenderà parte alla manifestazione organizzata dalle Comunità ebraiche italiane per “dire no all’antisemitismo e al terrorismo”. La guerra israelo-palestinese, si sa, crea sempre un certo imbarazzo dentro il Pd e, pertanto, da Largo del Nazareno si è deciso di inviare solo una piccola delegazione.

Non sono pochi gli esponenti democratici che, in questi anni, si sono palesemente schierato a favore della Palestina, anche tra i fedelissimi della segretaria. È noto che esponenti provenienti da Articolo 1 come Roberto Speranza, Arturo Scotto ed Erasmo Palazzotto siano stati più volte in Palestina, ma non sono gli unici. E questa non è certo una colpa. Ma altri politici che hanno militato nella sinistra radicale come il deputato Marco Furfaro, che ha un passato in Sel, si sono spinti oltre. “22 morti, tra cui un ragazzo di 16 anni e 4 bambini. 90 feriti. Basta! Il governo faccia sentire la sua voce per fermare Israele! #Gaza”, scriveva Furfaro nel 2014. E a chi gli faceva notare le responsabilità di Hamas, rispondeva: “Io condanno la violenza, sempre. E quella del governo di Israele è sproporzionata”. Sembrano parole pronunciate oggi e, invece, sono di quasi dieci anni fa. Ma Furfaro, in questi dieci anni, sembra essere rimasto fedele a se stesso tant’è vero che, ospite a L’Aria che tira, neanche un mese fa ha dichiarato: “La giustizia di Israele non può sfociare nella punizione collettiva di un popolo”.

Se, però, guardiamo in casa delle Sardine, i principali sostenitori di Elly Schlein anche in occasione delle Regionali in Emilia nel 2020, troviamo dichiarazioni ancora più agghiaccianti.“Quel che penso è risaputo. Sono antisionista e allo stesso tempo contro il terrorismo. Ma le vittime civili sono vittime civili. La solidarietà va espressa anche nei confronti dei palestinesi”, ha dichiarato recentemente Mattia Santori intervistato dal Foglio. E non è mancato il paragone con gli Stati Uniti: “Perché qui - ha detto l’ex leader delle Sardine, oggi consigliere comunale del Pd a Bologna - non è come con l’11 settembre, quando la risposta americana si è fatta attendere, è passato del tempo prima dei bombardamenti. Qui abbiamo subito morti da una parte e dall’altra. Ecco perché qualsiasi escalation che allarghi il conflitto va evitata". Anche Jasmine Cristallo non ha mai nascosto le sue simpatie per la Palestina. Un mese prima dell’attacco di Hamas, esattamente il 6 settembre scorso, ha pubblicato su Instagram una foto che la ritraeva insieme alla presidente dell’associazione AssoPacePalestina, Luisa Morgantini, descritta come “fautrice della disobbedienza civile e dell’iniziativa diretta non violenta”.

Sempre nel post, la Cristallo ha riportato un estratto di un’intervista in cui la Morgantini affermava con una punta d’orgoglio: “Io non sono amica dello Stato d’Israele, è uno Stato che pratica l’apartheid e commette ogni giorno crimini e per questo dovrebbe risponderne alla Corte Penale Internazionale, ma sono molto amica di israeliani che hanno a cuore la giustizia”. Un lungo intervento che si concludeva così:“La vergogna è della Comunità Internazionale che ha permesso ad Israele di essere impunita per una occupazione e colonizzazione che dura da decine e decine di anni.

L’accordo di Oslo è diventata una trappola per il popolo palestinese”.

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