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Roccella contestata, Meloni: "Show ignobile". Mattarella: "Contro civiltà"

Meloni condanna la contestazione al ministro Roccella. E sulla vicenda interviene anche Mattarella: "Mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con Costituzione"

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"Piena e incondizionata solidarietà a Eugenia Roccella". Dopo la violenza delle transfemministe scatenatasi in mattinata contro il ministro per le pari opportunità e la famiglia, Giorgia Meloni è intervenuta in prima persona per stigmatizzare l'episodio ed esprimere il proprio sostegno alla componente dell'esecutivo. Lo ha fatto con parole decise, condannando la "censura" imposta con aggressività dai contestatori. E, dal Quirinale, anche il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha solidarizzato con il ministro.

"Lo spettacolo andato in scena questa mattina agli Stati Generali della Natalità è ignobile. Ancora una volta è stato impedito ad un Ministro della Repubblica di intervenire e di esprimere le proprie idee. Responsabile un gruppo di contestatori che si riempiono la bocca delle parole libertà, rispetto e autodeterminazione delle donne, ma poi amano la censura e impediscono ad una donna di parlare perché non ne condividono le idee", ha scritto il premier Meloni in un post affidato ai social.

"Mi auguro che tutte le forze politiche abbiano il coraggio di esprimere solidarietà al Ministro Roccella e di condannare, senza se e senza ma, i fatti di oggi. È ora di dire basta", ha continuato. Un richiamo forte, capace di mettere in evidenza l'inquietante contraddizione di chi utilizza la violenza per imporre un pensiero soggettivo, spacciandolo come l'unico in grado di poter essere sostenuto.

Dopo l'episodio avvenuto agli Stati Generali della Natalità, il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ha telefonato alla ministra per la Famiglia, Eugenia Roccella, per esprimerle solidarietà per quanto accaduto stamattina agli Stati Generali della natalità, sottolineando che: "Voler mettere a tacere chi la pensa diversamente contrasta con le basi della civiltà e con la nostra Costituzione".

Lo ha riferito il Quirinale in una nota.

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