Cronaca locale

Brecht inedito e un «Inferno» da ridere

Ai Filodrammatici una rarità tedesca, mentre Covatta ironizza su Dante

Antonio Bozzo

Aveva solo 24 anni, Bertolt Brecht, quando il suo Tamburi nella notte precipitò come un meteorite sulla scena tedesca, per altro non quieta: c'era la Repubblica di Weimar, epoca di contrasti feroci e fermenti intellettuali. La Germania sarebbe stata ingoiata, qualche anno dopo, dal nazismo. I Tamburi, dramma o commedia (lo stesso Brecht restava incerto) debuttarono nel 1922 a Monaco, città cruciale per le sorti del Reich. Lo spettacolo è in prima nazionale al Filodrammatici, fino a domenica: ci permettiamo di raccomandarlo. Racconta i turbamenti di una giovane coppia mentre infuria la rivolta spartachista del 1919. La regia è di Francesco Frongia, in scena 11 giovanissimi attori usciti dall'Accademia dei Filodrammatici; che, non tutti lo sanno, è la scuola di teatro più antica d'Europa.

Allo Spazio Banterle di largo Corsia dei Servi, invece, va in scena (oggi alle 16.30 ultima replica) la storia di un'elefantessa, la mitica Bombe (da Bombay), che visse nello zoo di Milano dal 1938 fino alla chiusura, dettata dalla nuova sensibilità verso gli animali. Suonala ancora, Bombe è un progetto artistico di Marta Nijhuis su musiche originali di Le Jacobin. Lo spettacolo, con Mario Cei, ha avuto successo anche in Francia e torna a Milano dopo le prime di febbraio. Consigliato a chi viaggia sull'onda della nostalgia.

Al Franco Parenti resta in scena fino al 22 Il mio nome è Milly, con Gennaro Cannavacciuolo, anche regista. Milly è la soubrette piemontese Carla Mignone, che fece sognare generazioni di italiani anche illustri (come il principe Umberto), oltre che le platee di Parigi e New York, dagli anni Venti fino agli anni Settanta. Cannavacciuolo, con amore devoto, ne canta la vita privata e artistica tra le luci del varietà, come per magia riaperto nel teatro di Andrée Ruth Shammah.

Da ridere La Divina Commediola, lettura e commento di Giobbe Covatta (qui in grandissima forma) dell'Inferno dantesco. L'artificio è questo: il comico napoletano trova in una discarica una «Commedia» apocrifa, scritta da un certo Ciro Alighieri. Per sapere cosa contiene lo scartafaccio, accomodatevi al Teatro Delfino: oggi alle 16 si chiude.

La gradazione della vodka, 40 gradi, dà il titolo allo spettacolo al Teatro Libero fino a martedì (oggi replica alle ore 16). Su testo e con regia di Andrea Maria Brunetti, interpretato da Fabio Banfo, Luigi Guaineri e Roberta Testa, è la vicenda di due attori in una tempesta di neve, nella Russia violenta degli anni '90. Dopo una colossale bevuta, incontrano uno strano personaggio e con lui fanno un patto che non rispetteranno. L'autore Brunetti lo ha scritto a San Pietroburgo, mentre, ha detto, «avevo in testa Beckett e Vampilov, autore sovietico mai tradotto in italiano».

In chiusuraGrease, musical della Compagnia della Rancia, che anticipa al Teatro della Luna la tournée nazionale.

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