Politica estera

Biden bocciato su tutti i fronti: è allarme rosso alla Casa Bianca

Secondo un nuovo sondaggio del Wall Street Journal per il presidente Biden si fa sempre più in salita la strada per la riconferma alla Casa Bianca

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Non bastano le buone notizie che arrivano dal fronte economico Usa a risollevare l’indice di gradimento di Joe Biden. Contrariamente alle aspettative, negli Stati Uniti il numero di occupati a novembre è aumentato di 199mila unità, 150mila l’incremento registrato ad ottobre, e il tasso di disoccupazione è sceso al 3,7% dal 3,9% del mese scorso. Eppure, secondo il sondaggio appena pubblicato dal Wall Street Journal il presidente democratico raggiunge un nuovo record negativo nella valutazione del suo operato e in una scontro diretto contro Donald Trump si attesta al 43% contro il 47% dello sfidante del partito repubblicano.

Più l’economia mostra segni di un atterraggio morbido e di una “recessione Godot” e più Biden scivola nei consensi. La piattaforma economica dell’inquilino della Casa Bianca, nota come Bidenomics, è vista con favore da meno del 30% degli elettori presi in considerazione dai sondaggisti mentre l’approvazione per l’operato del vecchio Joe cala al valore minimo del 37%. I numeri pubblicati dal dipartimento del Lavoro sono arrivati qualche giorno dopo rispetto al periodo in cui il quotidiano americano ha condotto le rilevazioni ma per gli analisti non avrebbero fatto alcuna differenza. Tanto più che in questi giorni è arrivata anche la notizia di una nuova incriminazione per il figlio del presidente.

“Le cose andavano alla grande con Trump. Questo Paese è un business e deve essere gestito da un uomo di affari” commenta Aimee Kozlowsky, una simpatizzante repubblicana del New Hampshire, rendendo evidente come il presidente non riesca a scrollarsi di dosso quella che sembra un’insoddisfazione generale diffusa tra gli americani. Due terzi degli elettori bocciano lo stato dell’economia e dichiarano che negli ultimi due anni essa è peggiorata. Un pessimismo accentuato tra i giovani sotto i 35 anni, gli afroamericani e i Latinos senza i quali per Biden sfumerebbe qualsiasi possibilità di vincere un secondo mandato. E la politica estera con due conflitti in corso è un ulteriore elemento di preoccupazione per gli strateghi elettorali della campagna dem.

Il sondaggio del Wall Street Journal mostra il risultato di una competizione allargata a politici indipendenti e di un terzo partito: Robert F. Kennedy Jr, Joe Manchin, Cornel West, Jill Stein, Lars Mapstead. Anche in questo caso il democratico avrebbe la peggio e, addirittura, il vantaggio del miliardario si allargherebbe, 37% contro il 31%. Le cinque “mine vaganti” raccoglierebbero però il 17% dei consensi, con la quota maggiore, l’8%, che andrebbe a Kennedy Jr., sostenitore di controverse teorie complottiste.

Oltre che nel partito dell'asinello i numeri del quotidiano finanziario aprono una riflessione anche nel Gop. Infatti, secondo il sondaggio non solo Kennedy Jr sottrarrebbe più voti da Trump che da Biden ma soprattutto, nonostante il vantaggio del tycoon sugli altri candidati in corsa per la nomination del partito dell’elefante, in uno scontro diretto tra Biden e Nikki Haley l’ex governatrice repubblicana della South Carolina batterebbe il presidente con un distacco di 17 punti contro i quattro di Trump. Un risultato che solleva quindi qualche interrogativo sulla reale forza del miliardario e lascia ben sperare l’ex ambasciatrice alle Nazioni Unite.

Intanto, la Casa Bianca corre ai ripari e lancia un’operazione volta a ribaltare la situazione di svantaggio. Se negli scorsi mesi Biden evitava di pronunciare il nome del rivale adesso nei comizi e negli incontri con i finanziatori non esita più a mettere in guardia gli americani dall’agenda radicale del tycoon.

La squadra del presidente sta cercando inoltre di ricalibrare il messaggio economico ponendo maggiore attenzione alla lotta all’inflazione, uno dei temi che sin qui ha messo più in difficoltà l’ex vice di Barack Obama.

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