Cronache

I primi furbetti dei buoni-spesa Covid

False dichiarazioni per ottenere l'aiuto. Tredici denunce nel Reggino

I primi furbetti dei buoni-spesa Covid

Fatto l'aiuto, trovato il furbetto. Anzi, i furbetti. Anche gli aiuti per i più bisognosi colpiti dall'epidemia di Coronavirus finiscono nelle tasche di chi non ne avrebbe diritto. E siccome non bastavano gli onorevoli furbetti del bonus Covid da 600 euro (per non contare gli altri 2000 «eletti» che ne avevano approfittato), ecco che pure i buoni spesa destinati a chi vive sotto la soglia dei 700 euro di reddito mensile finiscono al centro delle mire dei soliti ignobili, un plotoncino di 99 persone finite denunciate in due diverse tranche, con i carabinieri del comando di Taurianova, in provincia di Reggio Calabria, a vestire i panni di Robin Hood e a sottrarre il maltolto agli ultimi furbetti del virus.

La prima puntata era andata in onda a metà ottobre, quando i militari avevano ficcato il naso tra i beneficiari dei «buoni spesa Covid». Si trattava di un aiuto straordinario finanziato dallo Stato ed erogato dai singoli comuni che stabilivano anche i requisiti di accesso - durante la prima ondata del contagio. Un aiuto, la cui distribuzione è iniziata ad aprile scorso, destinato ovviamente alle famiglie meno abbienti, per permettere di acquistare alimentari, farmaci e altri beni di prima necessità. In quell'occasione gli uomini dell'Arma avevano pescato 86 persone che avevano speso 25mila euro di buoni che non avrebbero nemmeno dovuto ricevere, denunciando tutti alla procura di Palmi. Per poi concedere il bis ieri, quando a finire denunciati sono stati altri 13 «furbetti», anche loro pronti a fare shopping con i buoni ricevuti pur non avendone diritto, aggiungendo altri 2.500 euro alla somma sottratta ai reali bisognosi. La triste «carica dei 99» è stata resa possibile dalle false dichiarazioni dei denunciati, che pur di incassare il voucher spesa non hanno esitato a mentire, o sulla consistenza del proprio reddito o sulla mancanza di altri sussidi che invece molti percepivano, tra cassa integrazione, indennità di disoccupazione e pensione. Ma c'era anche chi non aveva mai smesso di lavorare, anche se nella richiesta dei buoni si era «scordato» di comunicarlo.

Un centinaio di abusi registrati solo in tre piccoli comuni del Reggino (Varapodio, Taurianova e Molochio) grazie al lavoro dei Carabinieri purtroppo non fa pensare al meglio per la situazione di questo benefit nel resto del Paese.

E soprattutto ripropone il tema dei controlli, mentre le nuove restrizioni imposte dall'esecutivo rimettono imprenditori e commercianti in difficoltà e innescano nuove misure di ristoro, che inevitabilmente rimetteranno in moto anche lo spirito d'iniziativa dei soliti furbi con pochi scrupoli.

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